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DAL ROGO DEI LIBRI A QUELLO DELLE LIBRERIE

Una bravata o cos’altro? Sta di fatto che la libreria di Alberto Maccaroni è stata distrutta. Ora la si vuole rimettere in piedi.

10 luglio, Roma. Un tempo si bruciavano i libri, ora, complice il caldo torrido della Capitale, si approfitta, andando oltre. Chi pensava che l’ignoranza fosse fine a se stessa si sbagliava. 

Dal disinteresse può nascere qualcosa: quel vuoto di senso che, nell’inerzia, crea e alimenta sentimenti antisociali e potenzialmente violenti. Sarebbe la bravata di alcuni “annoiati”, senza un vero e proprio movente, ad aver causato l’incendio e la distruzione della libreria di Alberto Maccaroni, storico ritrovo di intellettuali e appassionati, anche di libri antichi, a Piazzale Flaminio. 

Gli ignoti (o l’ignoto) piromani hanno dato alle fiamme circa seimila libri del Maccaroni, detto amabilmente “il professore” da chi lo conosce da tempo. Comitati spontanei, amici, intellettuali, si stanno dando da fare per ripristinare, sotto il tumulo di libri carbonizzati, un rinnovato avamposto della cultura di strada. 

Il pittore “Hypnos”, al secolo Gilberto Di Benedetto, psicologo di professione, artista per vocazione, affezionato cliente del chiosco da quarant’anni, si starebbe adoperando per aiutare il celebre libraio romano, assieme a tutti coloro che vorranno partecipare.

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