Dopo un silenzio assordante, malgrado la micidiale distruzione dei due Tmb di Malagrotta, si parla di un disegno criminale ai danni della Capitale. Ma l’incendio di Centocelle che c’entra con la questione dei rifiuti?
Adesso Gualtieri scopre la matrice criminale dietro gli incendi a ripetizione che hanno colpito la Capitale. Non l’aveva fatto prima, neppure dopo l’episodio di Malagrotta, con due Tmb mandati fuori uso (uno poi, quello minore, recuperato), sebbene dovesse scattare proprio allora l’allarme massimo per un gesto senza precedenti, diretto a squinternare l’apparato industriale che sostiene, ancorché malamente, il sistema di smaltimento dei rifiuti a Roma. A seguire, una coltre di silenzio ha circonfuso il Pd, la sua dirigenza distratta, l’insieme dei quadri e militanti perlopiù interessati alla cruciale questione “primarie sì, primarie no” per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. L’opposizione ha balbettato qualcosa, ma nessuno ha capito bene cosa.
“Sta indagando la magistratura, è presto per fare ipotesi”, ha dichiarato ieri sera al Tg1 il sindaco – ma “è certo che c’è la mano dell’uomo, poi si vedrà se sono episodi colposi o dolosi”. E ha poi aggiunto: “È una situazione molto grave, molto difficile, stiamo lavorando con grande intensità sul fronte della prevenzione e degli interventi”. Di analogo tenore le affermazioni che stamane trovano ospitalità nell’intervista resa a Maria Teresa Meli al “Corriere della Sera”.
Il concetto è semplice, la catena dei roghi si presenta come un disegno unitario di aggressione alle scelte dell’amministrazione capitolina in materia di nuova organizzazione di raccolta e smaltimento dei rifiuti, soprattutto con la realizzazione di un termovalorizzatore. Sul punto, comunque, Gualtieri aggiusta il tiro perché nell’intervista fa presente di aver rassicurato Conte circa l’impegno a trovare la soluzione migliore sul piano tecnologico. Il che significa indietreggiare rispetto alla già decisa – almeno così appariva – soluzione del classico e per molti obsoleto imceneritore. “Abbiamo l’ambizione – questo il messaggio di Gualtieri – di realizzare l’impiantistica più avanzata sul piano della sostenibilità e dell’economia circolare”.
Ora, se l’ultimo incendio a Centocelle, un tempo quartiere cardine del cosiddetto Sistema Direzionale Orientale (SDO) e poi lasciato in abbandono dopo l’improvvido stralcio di tale avveniristico progetto urbanistico da parte di Rutelli all’inizio del suo primo mandato, ha dato la spinta a una generale presa di coscienza di quanto Roma abbia bisogno di una guida stabile e lungimirante, non può che essere considerato un fatto importante e positivo, benché prodotto dalle fiamme evidentemente propiziate da qualche mano interessata. Ma ecco, interessata a cosa? A bloccare l’azione di Gualtieri per risolvere il problema del ciclo dei rifiuti? Non sembra molto convincente. L’incendio, semmai, ha liberato dall’ingombro degli sfasciacarrozze e gettato le basi – involontariamente? – per la sistemazione di un’area collegata a Torre Spaccata dove sorgeranno, con i fondi del Pnrr, i nuovi Studio’s di Cinecittà.
Dunque, che c’entra la “monnezza”?