Il prodotto interno lordo dell’Italia calerà del 9,9% nel corso del 2020 per poi far registrare una solida ripresa al ritmo del 6,4% il prossimo anno e del 3,2% nel 2022. Sono le stime pubblicate da S&P che per l’eurozona prevede un calo del 7,3% quest’anno con una ripresa al ritmo del 5,6% nel 2020 e del 3,7% nel 2021. Fra gli altri paesi europei, S&P vede un calo del pil tedesco pari al 6% quest’anno seguito poi nei due anni successivi da tassi di espansione rispettivamente al 4,3% e al 3,3%

Questo calo preoccupa non poco i mercati. Lo scrive il quotidiano francese “Les Echos”, spiegando che l’azione della Banca centrale europea (Bce) ha ridotto il livello dei tassi di interesse, ma nonostante questo la tensione resta alta. L’Italia si prepara ad uscire dalla quarantena mentre si trova in una posizione finanziaria debole. “Il fatto che una Banca centrale acquisiti degli attivi non significa che la volatilità sparisca”, ha spiegato Frederik Ducrozet, della banca svizzera Pictet. Ducrozet ha aggiunto: “La Bce guadagna tempo assicurando che gli stati abbiano dei margini di manovra necessari, ma spetta a loro trovare delle soluzioni a lungo termine”.

Ma quale potrebbe essere la soluzione di lungo termine.

I mercati non hanno dubbi. Far ripartire le riforme (indispensabili) , e far ripartire l’economia praticamente ferma anche prima della crisi. Insomma ricostruire il quadro economico italiano dalle sue basi.