Era un po’ che De Luca non segnasse la scena con la vis comica che gli è propria avendo il pregio di dire, spesso e spassosamente, soltanto la cruda verità. Così facendo strappa il sorriso e consensi al prossimo. Questa volta, forse troppo compiaciuto dal suo modo espressivo, è andato fuori margine. Se l’è presa con il Parroco di Caivano, Don Maurizio Patriciello, che da anni è fermo nel continuare la sua battaglia contro la camorra. Il prete ha chiesto l’aiuto dello Stato per un presidio maggiore da parte delle forze dell’ordine ma anche una attenzione per iniziative concrete contro il degrado sociale di quella terra. Il Governo Meloni ha risposto alla chiamata e Don Patriciello ne ha riconosciuto il merito ringraziando il Governo per quanto fatto.
Le sue parole non hanno voluto essere un avallo ad un partito di questa o quella sponda ma un dovuto riconoscimento alle istituzioni, che suona anche come incoraggiamento a persistere in questa direzione. De Luca ha sentito aria di partigianeria pro Meloni ed ha sparato contro il sacerdote, evidenziandone anche il look della capigliatura a frangetta. ed una presenza alla Pippo Baudo. Il motivo di stizza e averlo visto ad una manifestazione dove la premier promuoveva il suo progetto di premierato. Il Governatore ci è andato giù in modo risoluto, per molti infrangendo il galateo, ricorrendo ad espressioni scomposte che suscitano perplessità.
Per tutta risposta il sacerdote di Caivano lo ha chiamato fratello, si è detto addolorato e pugnalato a tradimento, pronto ad abbracciare il suo detrattore, aggiungendovi benedizioni. Per buona replica, De Luca ha sottolineato come Don Patriciello non abbia l’esclusiva della lotta alla camorra: sono in tanti ad opporsi alla criminalità organizzata e non godono di alcuna scorta e protezione. Infine, alla Meloni, che sulla vicenda ha preso le difese di Don Patriciello, ha mandato a dire di occuparsi di cose concrete oltre che delle fanfaluche. Queste ultime, secondo vocabolario, sono delle sciocchezze, delle ciance senza rilievo che singolarmente si intrecciano con un altro termine simile, il francese “franfeluche”, che sta per fronzolo, cioè una digressione inutile e ampollosa. Giorgia parlerebbe di tutto ma non della sostanza dei veri problemi del paese.
C’è del rimprovero amaro nelle parole di De Luca che non ha affatto il sapore del “Franfellico”, così chiamato a Napoli un dolcino di zucchero sempre presente sulle bancarelle in ogni festa patronale. La frangetta, oltre che un tipo di capigliatura, può essere intesa come una balza, un ornamento ed anche un orpello che non richiama l’essenziale. È un adorno che, interpretando il De Luca pensiero, nasconderebbe piuttosto una mancanza di sostanza.
Le iniziative del Governo suonerebbero insomma come quelle di ingiustificate frange minoritarie che andrebbero raccontate senza abbellimenti e, appunto, senza frange. Neanche ad un frate si addice la frangetta, direbbe il De Luca indispettito.
Sul fondo della scena, con il suo stile e la sua signorilità, c’è poi il silenzio di Pippo Baudo che forse potrebbe risentirsi per essere stato chiamato in causa senza colpa alcuna, richiamato come esempio di una presenza eccessiva o fuori posto. Il nostro Pippo nazionale continua a darci lezione. Del resto, lui non si occupa di acconciature.