I Padri e le Madri Costituenti avevano prefigurato l’espressione della sovranità popolare attraverso una legge elettorale proporzionale; non in un articolo ma con un ordine del giorno.
In un ispirato discorso, anzi con una alta lezione di diritto costituzionale, il presidente Mattarella, a Trieste, in occasione della 50esima Settimana Sociale dei cattolici, tra l’altro ha dichiarato che il principio “ogni uomo un voto” non può essere distorto “attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori” e, secondo Bobbio “non si può ricorrere a semplificazioni di sistemare e a restrizione di diritti in nome del dovere di governare”. Noi ci troviamo di fronte a un fenomeno di astensionismo patologico in termini democratici perché la minoranza degli elettori decide la maggioranza che governa. Sono molteplici le cause e tuttavia non sembra che i partiti si stiano dando pena per invertire la pericolosa tendenza, ma certamente anche la impossibilità di scegliere i propri candidati gioca un ruolo prevalente; si osservino le elezioni amministrative per avere una controprova. Dal 1993 abbia avuto una sequela di leggi elettorali- Mattarellum, Porcellum (secondo la definizione data dal suo autore) Italicum, Rosatellum – che il latinorum non ha nobilitato.
Siccome non si vede all’orizzonte una decisa volontà da parte dei partiti di affrettare una riforma della legge elettorale vigente, che restituisca sovranità agli elettori, ho aderito e promuovo convintamente il referendum “Io voglio scegliere” per il quale è in corso la raccolta delle firme.
Considero questa occasione particolarmente coerente con lo spirito e la finalità del nostro impegno di Partigiani Cristiani.
Credo che dovremo essere promotori della raccolta delle firme. Sul sito del ‘Comitato Referendario per la rappresentanza’ si possono trovare tutti gli elementi conoscitivi. Si tratta di un referendum abrogativo di parti della legge vigenteperché non è possibile abrogarla interamente in quanto la Corte Costituzionale ha certificato che non si può stare in assenza di una legge elettorale, e lo si capisce! Allego qualche documento e ricordo che i quesiti sono 4 per cui si devono firmare quattro moduli. Potete solo immaginare con quale formulazione giuridica, impenetrabile per i non addetti ai lavori, è formulato il quesito per la abrogazione, ma in sintesi si tratta di sopprimere:
- il voto congiunto tra candidati uninominali e liste plurinominali (se voto uno, voto anche l’altro, e viceversa. Bella scelta dell’elettore!)
- nessuna soglia di accesso per le liste autonome e coalizioni (tutti i voti valgono: con il blocco milioni di elettori non sono rappresentati in Parlamento!)
- tutti i partiti, anche quelli in parlamento, devono raccogliere le firme per le candidature (i partiti mettano la faccia!)
- abolizione delle pluricandidature: ogni candidato in un solo collegio uninominale e/o plurinominale (è uno scandalo giocare a dominio fra i collegi, per cui solo dopo il voto gli elettori possono trovarsi nel loro collegio un eletto che non hanno votato!)
Mi pare che l’impresa meriti che ANPC ora tutta la sua forza ideale e operativa per onorare la storia di tutti coloro che ci hanno donato il nostro sistema democratico repubblicano. Buon lavoro!
[Testo della lettera che Mariapia Garavaglia ha inviato con il seguente titolo: “Resistenza, oggi! Io voglio scegliere”]