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sabato, Marzo 15, 2025
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Missione possibile della Meloni in Cina. Conversazione con Fabio Tiburzi.

Il punto sulle relazioni con la Cina dopo l’uscita dalla Via della Seta e con il rilancio della partnership strategica. Italia e Cina detengono rispettivamente la presidenza di turno del G7 e della Sco.

Mentre oggi inizia la visita del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Cina, che durerà fino al 31 luglio, analizziamo insieme a Fabio Tiburzi, esperto di Cina, membro del Laboratorio Brics dell’Eurispes, i tanti motivi di interesse di questo viaggio, che avviene dopo la decisione del governo Meloni, di non rinnovare il Memorandum di Intesa (MoU) con la Cina, firmato dal primo governo Conte nel 2019. In molti si sono domandati se vi sarebbero state ripercussioni, principalmente sul piano economico, da parte della Cina. “Innanzitutto”, ricorda Tiburzi, “il Memorandum non era vincolante, i punti dello stesso, erano solo un chiaro inizio di una collaborazione tra i due Paesi, non vi era niente di eclatante se consideriamo  gli accordi bilaterali che sottoscrivono Paesi come Israele, Francia, Germania e gli Stati Uniti stessi”.

L’Italia quindi esce dal MoU in maniera elegante, rinnovando e stringendo ancor di più la Partnership Strategica, proprio nel ventennale del suo inizio, avvenuto nel 2004. “La modalità con cui è uscita l’Italia”, sottolinea Tiburzi, “ha anche preservato la reputazione di entrambi i Paesi, non facendone un caso internazionale mediatico. In breve, prima di uscire dal MoU, la parte italiana invia Riccardo Guariglia, il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, poi è stato il turno del nostro Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, ora è il turno della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che incontrerà Xi Jinping a Pechino, e poi sarà, con ogni probabilità, il turno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cui visita a Pechino per incontrare il suo omologo Xi Jinping, potrebbe avvenire già il prossimo ottobre. L’Ambasciatore della Repubblica Popolare cinese a Roma, Jia Guide, ha affermato che la Partnership Strategica, in un certo senso, continua lo spirito della Via della Seta, e nell’Aprile 2024 a Venezia, per i 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, il Ministro del Commercio della Repubblica Popolare Cinese, Wang Wentao ha incontrato il Ministro Antonio Tajani e la Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM)”.

Dal punto di vista economico, l’Italia cerca di riequilibrare la bilancia commerciale con la Cina, che “nel periodo attivo del MoU”, spiega Tiburzi, “non favoriva l’Italia. L’Ambasciatore italiano in Cina, Massimo Ambrosetti, ha dichiarato l’esigenza di controbilanciare l’interscambio a favore dell’Italia. Questa nuova presa di posizione italiana, dai dati del 2023 (fonte Eurostat) sta portando i primi frutti per quanto riguarda la bilancia commerciale, che sembra sia stata ridotta per la prima volta da qualche mese a questa parte”.

Dal punto di vista politico internazionale, questo bilaterale italo-cinese avviene nel momento in cui l’Italia detiene la presidenza di turno del G7 e la Cina ha appena assunto quella della Sco, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (che si occupa di cooperazione e sicurezza nell’immenso continente asiatico), e capita dopo il vertice Nato di Washington, mentre Pechino è diventata un crocevia degli sforzi diplomatici internazionali per trovare una soluzione alle guerre in Ucraina e in Terra Santa. “Inoltre”, aggiunge l’esperto Eurispes, a conferma del buon clima che circonda le relazioni bilaterali, “il governo cinese ha concesso all’Italia, come anche a Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Malesia, la possibilità fino al 30 novembre 2024 di poter visitare la Cina solo con un regolare passaporto, senza bisogno di un visto, per la durata massima di 15 giorni, (questa iniziativa è partita il 1°dicembre 2023)”.

Fabio Tiburzi è rientrato solo martedì scorso dalla Cina e si dice certo, dopo l’ultima sua esperienza tra Pechino e Tianjin, dove ha partecipato a una delle massime rassegne mondiali sull’Intelligenza artificiale, il World Intelligence Congress, del fatto che l’interesse per l’Italia da parte cinese, non si è spento. “Anzi”, assicura, “si registra una ripresa sul piano culturale. L’Italia l’anno scorso era presente al Global Tourism Economy Forum per aumentare i flussi dalla Cina verso il Bel Paese, e qui mi permetto di suggerire, di trovare una soluzione per agevolare i visti per i turisti cinesi, che vogliono venire a scoprire il meglio che vi è nel mondo, ossia il nostro amato Paese”.

Va menzionata anche la settimana della Scienza della Tecnologia e dell’Innovazione, evento annuale tra Italia e Cina, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca italiano e il Ministero della Scienza e della Tecnologia cinese. “A ridosso del G7 tenutosi in Italia, Huai Jinpeng, Ministro dell’educazione cinese”, ricorda Tiburzi, “ha incontrato di nuovo il Ministro Anna Maria Bernini, e il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, per finalizzare e dare valore ai rispettivi sistemi nazionali sull’istruzione, la ricerca e l’innovazione”.

L’Ambasciata d’Italia a Pechino attraverso l’Istituto italiano di cultura (IIC) sta portando avanti molti progetti di spessore nell’ambito della diplomazia culturale, organizzando mostre, promuovendo l’arte contemporanea, la musica italiana, e soprattutto promuovendo il Made in Italy a tutto tondo, attraverso eventi dedicati. “Molti cinesi”, osserva il dott. Tiburzi, “si stanno appassionando alla nostra cultura in particolar modo i giovani, e l’artefice di tali successi è il Direttore Federico Antonelli”.

In conclusione, a giudizio di Fabio Tiburzi, che ringraziamo per la conversazione, “i rapporti fra Italia e Cina, vanno sì rilanciati e approfonditi, ampliati dove possibile, facendo sempre attenzione alla salvaguardia dell’interesse nazionale strategico e a quello comunitario in sede europea”.