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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Grande dolore per la scomparsa di Nicolò Lipari

Dovremo ritornare sul Lipari professore e teorico del diritto. In queste ore, in cui ci stringiamo intorno alla sua bella famiglia, prevale la gratitudine per quanto ha dato a tutti noi.

Scrivere di un grandissimo, a poche ore dalla fine della sua vita terrena, non è mai facile. Quando il grandissimo poi è un amico, lo è ancora meno.

Il professore Nicolò (per tutti, Nicola) Lipari non era soltanto uno dei più autorevoli civilisti italiani viventi, ma è stata una persona di elevatissima caratura etica e di grande impegno civile. In queste ore, molti lo stanno ricordando, sotto vari profili. Mi limito a ricordarne uno, perché mi ha permesso di approfondire l’amicizia con lui e perché si riferisce a un contesto nel quale Nicola riusciva a manifestarsi nella quasi totalità delle sue doti.

Da molti anni, egli partecipava regolarmente agli incontri e alle riunioni promossi dalla Associazione Vittorio Bachelet (all’ultimo incontro, lo scorso giugno, l’assenza era dovuta a ragioni di salute). Lo faceva nel ricordo di Vittorio, di qualche anno più grande di lui e con il quale aveva tessuto un rapporto di grande amicizia; ma lo faceva anche per affetto e stima verso l’Associazione e i suoi componenti, convinto – come ebbe a dirmi in più occasioni – che l’intera società italiana avesse da guadagnare nel valorizzare l’attività di una associazione la cui sede è lo stesso Consiglio superiore della magistratura e che permette a magistrati, avvocati, professori e studenti universitari di dialogare sui grandi temi del diritto e della giustizia, senza pregiudizi di parte.

Nicola prendeva sempre la parola, anche quando non era relatore, e con interventi sobri ed efficaci dava il tono della discussione. Lo capivano tutti, non soltanto gli addetti ai lavori, per la chiarezza dei pensiero unita alla precisione e alla eleganza magnetica dell’eloquio. Quello che impressionava erano soprattutto la passione argomentativa e la libertà di giudizio: a novant’anni, egli era ancora capace di indignazione rispetto a comportamenti eticamente disdicevoli e a prese di posizione culturalmente inadeguate, soprattutto se provenienti da chi ricopre incarichi pubblici di importanza. Il tutto fatto con garbo, con ironia mai fine a sé stessa, sempre con rispetto degli interlocutori.

In tema di interpretazione della legge e di rapporto tra giurisdizione e legislazione egli aveva posizioni molto nette. Essendo stato senatore per due legislature, conosceva bene le difficoltà dell’attività parlamentare e non disconosceva la dignità del legislatore, ma certo propendeva per la valorizzazione estrema della polarità giurisprudenziale, a partire dalla concretezza del caso, della fattispecie.

Ci saranno forme e modi per ritornare sul Lipari professore e teorico del diritto. In queste ore, in cui ci stringiamo intorno alla sua bella famiglia, prevale la gratitudine per quanto il professor Lipari ha dato a tutti noi. La speranza cristiana, di cui Nicola è stato testimone, ci accompagna nella mestizia del commiato.