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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Laicità, pluralismo e governabilità: un nuovo quadro di convivenza sociale e politica.

Il testo che qui pubblichiamo - alla versione integrale si accede con il link a fondo pagina - è stato proposto in apertura del convegno, svoltosi ieri a Roma, sul tema: “La laicità è ancora un valore?”.

La crisi che da decenni avvolge l’Occidente ha assunto, negli ultimi anni, aspetti sistemici. I valori che hanno caratterizzato le democrazie più longeve, negli Stati Uniti e in Europa, non sono più al centro dell’economia, non interpretano più le trasformazioni sociali e non guidano più le persone. In questo quadro poco rassicurante, in cui l’Europa appare disorientata, le democrazie arretrano e l’Oriente conquista la scena politica, il tema della laicità, che ci ha a lungo caratterizzati, sembra aver perso il suo fascino.

EuropaForum – Laicità È per questo motivo che, oggi, abbiamo deciso di mettere al centro di questo Forum un tema che ha segnato profondamente la storia moderna europea, spesso oggetto di dispute e forti scontri tra intellettuali: cos’è oggi la laicità? È ancora uno spazio che consente di definire il rapporto tra sé e gli altri, tra sé e lo Stato, tra sé e la dimensione spirituale?

La laicità evoca da sempre temi etici e richiama virtù civiche. Ha una lunga antologia che, nel corso dei secoli, ha guidato il nostro cammino. Tuttavia, in un’epoca così severa, talvolta priva di speranza, è ancora uno strumento utile per comporre conflitti tra diverse identità? Ci interrogheremo se sia necessario cercare nuove parole o riaffermare antiche regole per tracciare nuovi sentieri di convivenza.

Storicamente, la laicità è stata lo strumento con cui gli ordinamenti nazionali si sono emancipati dal controllo ecclesiastico, diventando un elemento fondante per costruire valori civili. Questi valori avrebbero dovuto ispirare i cittadini e indicare i principi cardine della vita comune.

Rifletteremo allora su questo percorso storico-normativo, non solo per comprendere meglio la nostra storia, ma anche perché EuropaForum parte dalla nostra Carta Costituzionale con l’obiettivo di esplorare i confini da essa stabiliti.

Dall’esame dei resoconti dell’Assemblea Costituente, emergono due interventi paradigmatici. L’onorevole Aldo Moro dichiarava: “Noi non desideriamo certamente uno Stato-Chiesa, uno Stato protettore della Chiesa, uno Stato maestro di dogmi religiosi. Ma lo Stato non ha alcuna verità da insegnare, né in materia religiosa né in altre materie. Esso è organizzatore di scuole, dove accoglie democraticamente il contenuto educativo che la coscienza sociale, espressa dai padri di famiglia, gli presenta e gli impone. Non lo Stato teologo, dunque, ma lo Stato libero e democratico, quello che accoglie tutte le esigenze sociali e le soddisfa, senza sostituire arbitrariamente il proprio dogma laicista alla coscienza religiosa del popolo italiano.”

In parallelo, l’onorevole Palmiro Togliatti affermava la necessità di una “Costituzione non ideologica, che consenta la libera azione non solo delle forze politiche, ma anche di tutti i movimenti ideologici che ne sono il retroterra”.

 

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