Una notizia che porta con sé una ventata di speranza per milioni di famiglie: l’Intergruppo parlamentare Alzheimer e Neuroscienze saluta con entusiasmo l’approvazione di una nuova terapia innovativa da parte del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Questa decisione rappresenta una svolta epocale nella battaglia contro la malattia di Alzheimer, aprendo la strada a un futuro più promettente per i pazienti e i loro cari.
“La decisione del CHMP rappresenta una luce in fondo al tunnel per oltre 600.000 persone affette da Alzheimer in Italia”, dichiara l’onorevole Annarita Patriarca, presidente dell’Intergruppo. “Per la prima volta, una terapia che rallenta il declino cognitivo diventa una realtà accessibile in Europa. Adesso è cruciale che il nostro Paese si muova con rapidità per recepire queste innovazioni e garantirle ai pazienti. In questa direzione, ho presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della salute per sapere se e quali iniziative intenda intraprendere per assicurare l’accesso tempestivo a queste terapie, riducendo il divario con altri Paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, dove il farmaco è già disponibile”.
L’interrogazione, depositata recentemente, chiede un impegno chiaro e deciso da parte del Governo, affinché anche i pazienti italiani possano beneficiare delle cure più avanzate. “Ho chiesto esplicitamente al Ministro della Salute se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire ai pazienti italiani affetti da Alzheimer le cure e le terapie più avanzate e innovative,” aggiunge la presidente Patriarca.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono circa 1.200.000 le persone colpite da demenza, di cui il 50-60% da Alzheimer. La terapia approvata dall’EMA, già disponibile in Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Israele ed Emirati Arabi Uniti, rappresenta un’innovazione straordinaria: è in grado di rallentare il decorso della malattia, offrendo una qualità di vita migliore ai pazienti nelle fasi iniziali.
Questa notizia non è solo una conquista scientifica, ma un messaggio di speranza per tutte le famiglie che convivono quotidianamente con le sfide dell’Alzheimer, un passo concreto verso un futuro più rassicurante.