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martedì, Febbraio 11, 2025
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La minaccia della tecno-destra e il futuro delle democrazie

L’ideologia su cui poggia l’intesa tra Donald Trump e Elon Musk mostra una palese predilezione per i movimenti sovranisti, quelli che erodono le basi delle società democratiche, favorendo l’innesco di una pretesa autoritaria.

Nei dibattiti pubblici, anche su testate attente al rischio autoritario come La Repubblica, si continua a parlare della tecno-destra quasi come se fosse un fenomeno ancora allo stato nascente. In realtà, essa si è consolidata come una forma di super-capitalismo aggressivo e immune a qualsiasi controllo democratico, con effetti sempre più evidenti. Il suo avanzare coincide con l’indebolimento della vita democratica, lasciando segni tangibili laddove la partecipazione dei cittadini si affievolisce e l’astensionismo cresce a livelli preoccupanti.

Un caso emblematico è rappresentato dalla coppia Musk-Trump la cui potente “provocazione ideologica” rischia di minare i fondamenti della democrazia americana. Questa nuova visione mostra una palese predilezione per i movimenti sovranisti, quelli che erodono le basi delle società democratiche, favorendo l’innesco di una pretesa autoritaria. L’ultimo episodio, che dovrebbe allarmare ogni sostenitore dei valori democratici, è il sostegno aperto e senza scrupoli a AfD, un movimento neonazista presente in Germania, ora in corsa per le elezioni federali.

L’obiettivo perseguito è chiaro: destabilizzare le istituzioni democratiche consolidate, sfruttando il potere economico e tecnologico per promuovere un modello politico a vocazione autoritaria. A fronte di questo scenario, non possiamo limitarci a osservare inermi. È indispensabile unire tutte le forze democratiche, superando divisioni ideologiche e pregiudizi, per costruire un fronte comune.

Questo richiamo si rivolge anche a chi, pur sostenendo la cooperazione internazionale in ambiti come l’Unione Europea e la NATO, mantiene ambiguità preoccupanti. Il premierato, proposto in Italia dalla Meloni come “madre di tutte le riforme”, rischia di trasformare il sistema in un regime concentrato su un potere unico, privo di adeguati contrappesi istituzionali. Il Parlamento, già indebolito da dinamiche come il voto di fiducia a raffica, potrebbe perdere ulteriore rilevanza, alimentando ulteriormente la disaffezione dei cittadini.

L’aumento dell’astensionismo, spesso giustificato in nome della “stabilità”, diventa così il terreno fertile per derive autoritarie. Di fronte a queste minacce, è urgente una risposta chiara e decisa, capace di difendere i valori democratici e di ricostruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. L’alternativa è una società sempre più incline a cedere ai rischi dell’avventura post-democratica.