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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Tajani e Forza Italia strumentalizzano la lezione di Sturzo

Per Sturzo la politica esige coerenza. Invece siamo in piena ambiguità. Gli alleati in Europa di Orbán sono in Italia gli alleati di Forza Italia, senza che questo imbarazzi il “popolare” Tajani.

Ieri, nella ricorrenza dell’Appello ai liberi e forti, Tajani ha voluto indossare i panni del discepolo giudizioso di Luigi Sturzo. È intervenuto sulla stampa e ha parlato a Caltagirone, città natale del fondatore del Partito popolare, con lo spirito di chi rivendica un blasone di nobiltà. D’altronde a via dell’Umiltà, sede storica di Forza Italia, Berlusconi fece affiggere una targa che ricordava l’impresa politica del prete calatino. Glielo suggerì Antonio Greco – lunga militanza nella Dc – il quale tuttavia, di fronte alle discutibili performance del Cavaliere, dovette riconoscere l’errore. Spese le sue ultime parole a spronare gli ex democristiani a non confondere il “bianco fiore” con “l’azzurro di Arcore”. 

Tajani non è stato ricco di argomentazioni in questo suo profondersi nell’ossequio a Sturzo. Ne ha ricordato l’antifascismo, pagato con il lungo esilio tra Gran Bretagna e Stati Uniti, ma non ne ha tratto il suggerimento utile per l’oggi, per capire dove si collochi la difesa della democrazia in un tempo caratterizzato da nuove minacce illiberali. Il tributo a Sturzo è servito dunque ad innervare un auspicio di buona volontà:  “…l’Italia e l’Europa – così il ministro ha concluso il suo discorso a Caltagirone – hanno bisogno di Liberi e Forti, e aggiungerei di Coraggiosi, per costruire un futuro basato sui valori, cristiani e laici (i due concetti non sono in contrapposizione) che hanno fatto grande l’Occidente”.

Il problema di Forza Italia è che risolve nella retorica l’anomalia della sua collocazione accanto a forze che in Europa sono tenute ai margini, sia pure faticosamente. Malgrado tutto, nel Partito Popolare Europeo resiste una linea di preclusione alla destra radicale e nazionalista, tanto che Orbán, ambiguo con Putin, se n’è dovuto andare. Un gesto inevitabile, per non essere cacciato. Ebbene, gli alleati in Europa di Orbán sono in Italia gli alleati di Forza Italia, senza che questo imbarazzi il “popolare” Tajani. Per questo è profondamente disdicevole che la lezione morale e politica di Sturzo sia assunta a garanzia di una scelta carica di contraddizioni. 

Le alleanze non sono una variabile indipendente di una politica che si pretende libera di giustificare se stessa, quale che sia l’orizzonte del suo agire e a prescindere da un obbligo di coerenza. Ecco la distanza, incolmabile, da Sturzo: bisogna sempre attenersi – diceva lui – a un canone di moralità, anche nella politica delle alleanze, ma è proprio questo l’elemento che Forza Italia non è in grado di esibire. Si preferisce la disinvoltura.