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venerdì, Marzo 14, 2025
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Mediobanca e Generali, il bottino di caccia che vuole la Meloni.

Un ruolo improprio - da arbitro giocatore - quello esercitato dalla Premier. Osserva Dalla Vedova (Più Europa): “Se l’operazione dovesse essere bocciata dagli investitori, cosa farà Meloni? Chiederà le dimissioni del ministro Giorgetti?”.

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sorprende tutti e si cala nei panni del banchiere, mettendo il suo sigillo sulla scalata ostile a Mediobanca orchestrata da MPS, di cui il Tesoro è azionista di maggioranza. Una operazione che mira, in ultima analisi, al controllo di Generali, la più grande compagnia assicurativa del Paese. Una mossa che segna un cambio di passo e sembra ribaltare l’immagine di Meloni, da sempre critica nei confronti dei poteri forti e delle banche, simboli del sistema contro cui ha costruito parte del suo consenso elettorale.

In questa nuova veste, Meloni schiera il suo Governo in una operazione finanziaria ambiziosa e rischiosa, basata su intrecci di controllo e sull’uso delle DTA (Deferred Tax Assets), una eredità  fiscale di cui MPS è ricca grazie agli anni in cui le sue perdite sono state coperte dai contribuenti. Le DTA permetterebbero al nuovo gruppo di beneficiare di significativi vantaggi fiscali, azzerando di fatto il carico fiscale che Mediobanca oggi sostiene. Un meccanismo legittimo, certo, ma che risulta paradossale considerando che tutto nasce da decisioni prese dallo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

Ad alzare la voce è Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa, che non esita a definire questa mossa “una ingerenza negli equilibri di mercato”. “Meloni – sottolinea Della Vedova – ha già espresso il suo assenso all’operazione, prima ancora che il mercato possa valutare la congruità dei valori in gioco e delle strategie industriali”. E aggiunge: “Il suo intervento getta ombre sulla questione del Golden Power, già  minacciato contro UniCredit nella scalata a BPM, attuale partner del MEF nell’operazione Mediobanca. Meloni, arbitro e giocatore della finanza italiana, esercita un ruolo che non le spetta”.

Il deputato di Pi§ Europa chiude con un affondo: “Il Governo dovrebbe prima privatizzare definitivamente MPS, restituendo al mercato il suo ruolo. Se l’operazione dovesse essere bocciata dagli investitori, cosa farà Meloni? Chiederà  le dimissioni del ministro Giorgetti?”.

Insomma, una partita che si gioca tra i palazzi della politica e quelli della finanza, ma le cui ripercussioni potrebbero segnare il futuro degli equilibri economici del Paese.