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domenica, Febbraio 23, 2025
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Dibattito | La risposta alla destra è nella Costituzione.

Il quadro internazionale è terremotato dalle parole e dai gesti di Trump. In Italia perdura la divisione tra le diverse anime del cattolicesimo democratico. Dov’è il terreno d’incontro? Nella ripresa dei valori della Carta.

Viviamo una fase geopolitica drammatica, con il mondo alla mercé di un dittatore, Vladimir Putin, condannato per “crimini di guerra e deportazione”, e di un ex presidente pluriinquisito per diversi reati, Donald Trump, salvato dall’immunità presidenziale. Due pericolosi “Dottor Stranamore”, di fronte ai quali possiamo solo sperare che il buon senso non soccomba al prevalere degli istinti peggiori.

A questo duo si aggiunge la figura del leader cinese Xi Jinping, che tra i tre appare il più lucido, forte degli insegnamenti del confucianesimo, di Lao Tzu e di Mao. Nel frattempo, l’Europa, ultimo baluardo delle democrazie liberali, resta paralizzata nel suo immobilismo, in attesa del voto tedesco, cruciale per la sua stessa sopravvivenza politico-istituzionale.

Di fronte alle quotidiane e sciagurate esternazioni di Trump, appare incomprensibile l’assenza di reazione da parte dei democratici americani che, frastornati dalla sconfitta elettorale, sembrano incapaci di assumere un ruolo coerente con la loro storia e tradizione politica. L’unica, timida opposizione all’interno del Congresso Usa proviene dalle residue componenti storiche repubblicane, mentre nell’area trumpiana è in corso una gara a chi si spinge più a destra tra Elon Musk e Steve Bannon, entrambi orgogliosi di ostentare il saluto nazista.

Alla convention della destra mondiale, il rappresentante del Rassemblement National, Jordan Bardella, si è rifiutato di intervenire dopo quanto accaduto con Bannon. Invece nella serata di ieri non è mancata la voce della Meloni, ancora una volta preoccupata di…dare ragione a Trump.

D’altronde, la destra in Italia è impegnata in una competizione interna tra Fratelli d’Italia e Lega per dimostrare chi sia più radicale, mentre Forza Italia è ridotta al ruolo di comprimaria, senza infamia e senza lode. Anche a sinistra la situazione è segnata da profonde divisioni in politica estera tra PD e M5S, mentre nell’area cattolica continua una diaspora suicida sul tema delle alleanze, senza che si sia minimamente affrontata la costruzione di un programma politico ispirato ai valori fondanti della dottrina sociale cristiana.

Da un lato, Tempi Nuovi persegue un confronto con il Pd; dall’altro, Gianfranco Rotondi tenta di rilanciare una nuova Democrazia Cristiana, rimanendo però saldo nella sua scelta di campo a destra con Meloni. Giorgio Merlo, con Scelta Popolare, punta invece a un’aggregazione centrista con Forza Italia, espressione ufficiale del Ppe. Un tentativo lodevole, ma con poche possibilità di portare Antonio Tajani e il suo partito fuori dall’alleanza organica con la destra, scenario che appare oggettivamente improbabile, se non impossibile.

Rotondi e Merlo, pur con strategie differenti, potranno ottenere qualche vantaggio sul piano delle candidature, ma finiranno inevitabilmente con il ricoprire un ruolo subalterno rispetto ai rispettivi referenti politici.

In questo contesto, solo gli amici di Iniziativa Popolare continuano a sostenere una scelta chiaramente centrista: alternativa alla destra nazionalista e sovranista, ma anche distinta e distante da una sinistra priva di identità. Una posizione che presuppone il ritorno a una legge elettorale di tipo proporzionale.

Non a caso, nell’ipotesi in cui il governo Meloni decidesse di procedere con la riforma del premierato, Iniziativa Popolare si sta facendo promotrice di un sistema di cancellierato sul modello tedesco, capace di coniugare la stabilità di governo con il mantenimento della Repubblica parlamentare e di una legge elettorale proporzionale. Un modello che garantirebbe, inoltre, l’istituto della sfiducia costruttiva, strumento essenziale per la governabilità.

Mi auguro che prevalga il buon senso e che le diverse anime del cattolicesimo democratico, inclusi coloro che stanno maturando nuove esperienze in sintonia con la “Rete di Trieste”, possano convergere su un programma politico chiaro e comprensibile agli elettori: difendere e attuare integralmente la Costituzione repubblicana. Un testo che contiene gran parte dell’ispirazione personalistica della dottrina sociale cristiana, sapientemente infusa dai nostri padri costituenti della Democrazia Cristiana nel fondamento della nostra convivenza civile.