12.5 C
Roma
domenica, Aprile 20, 2025
Home GiornaleDibattito | Riflessioni sulla guerra e le paure degli Europei

Dibattito | Riflessioni sulla guerra e le paure degli Europei

Rimango scettico riguardo al tanto decantato pericolo di invasione russa e sugli armamenti urgenti necessari per difenderci. Scommetto di più sulla pace, che deve essere sostenuta dalla lungimirante previsione di Bergoglio nella "Fratelli Tutti".

Affronto il seguente appunto divagando anche su questioni serie, tenendo tuttavia in evidenza alcuni valori e principi che mi hanno sempre accompagnato. Non posso esimermi dall’accennare a quelli di matrice cristiana, come la triade francese: “Libertà, Eguaglianza, Fraternità”. Ma soprattutto, va sottolineato il rispetto per i diritti dell’uomo e per la pace, di cui essi hanno bisogno per svilupparsi e sopravvivere. Non mi confondo con il pacifismo di Conte, di cui mi sono sempre tenuto a distanza, ma devo riconoscere che condivido con lui il nocciolo della questione quando afferma che è pura “follia voler dilapidare 800 miliardi in armi”! O, molto peggio, per rimpinguare le casse dei produttori di armi statunitensi, dato che, tra le prime 10 imprese mondiali di industria bellica, ben 7 sono statunitensi.

Il sentire comune degli italiani

Se le mie provocazioni hanno un minimo di buon senso, devo aggiungere che al di là delle superate e polemiche distinzioni storiche tra destra e sinistra, esse condividono con il 94% degli italiani il disaccordo sull’armamento e sull’invio di truppe in Ucraina; con l’87% la contrarietà a finanziare l’acquisto di armi; e con il 60% di chi chiede una “negoziazione diplomatica”. Solo l’8,3% desidera il supporto militare europeo. (Sondaggio Euromedia Research per La Stampa)

Domanda: crediamo davvero che Putin, o il futuro presidente russo, abbiano sul serio l’intenzione di invadere, dopo la Crimea e l’Ucraina, anche la Polonia, la Finlandia e la Svezia, che recentemente sono entrati nella NATO? Per non parlare della Moldavia e della Georgia?

Se è corretto considerare le manie di espansione imperiali di Putin, potrebbe sembrare che ci si sbagli poco se non si metta nel conto anche la Puglia. Pur essendo del tutto sconosciuta la lingua degli zar, Putin potrebbe invadere e appropriarsi di questa Regione, così come della chiesa russa di Bari, edificata nel 1913 con la partecipazione e un lascito dello zar Nicola II, pellegrino devoto di quel Santo venerato in Russia.

L’ingiustificato investimento in armi

Perché ho tergiversato su faccende serie? Nonostante abbia condiviso il mandato d’arresto nei confronti di Putin da parte della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra, non giustifico l’investimento europeo di 800 milioni di euro in armi per difenderci da una prevista invasione. Lo considero uno spreco di denaro, alimentato da paure e da interessi delle industrie belliche, in primis quelle statunitensi.

A chi giova questo investimento? La domanda che resta è: quali sono le realistiche possibilità che noi italiani, assieme agli altri paesi europei, dobbiamo farci carico di questa temuta invasione russa? È ragionevole affermare che l’invasione è certa e che dobbiamo correre ai ripari al più presto? Dobbiamo armarci immediatamente, soprattutto perché gli Stati Uniti, con l’attuale presidente, stanno abbandonando una Europa che considerano “parassita”?

Andiamo avanti, consapevoli che Trump è cominciato ad essere criticato anche da chi lo ha votato, tralasciando le decisioni del presidente che tra due o tre anni lo sostituirà. Spero solo che i cattolici statunitensi non votino nuovamente per un sosia di Trump con la stessa disponibilità e partecipazione che hanno mostrato in passato.

Sembra che l’irrazionale convincimento, molto presente nella destra italiana, sia quello secondo cui l’Italia, unitamente a paesi europei disuniti, debba armarsi e difendersi urgentemente, in quanto l’invasione è certa e sicura.

Verso una nuova cultura di pace

Ho gironzolato su questioni serie, lasciando agli studiosi di geopolitica il compito di tracciare la direzione che prenderà la Russia neoimperialista di Putin nei prossimi anni. Dobbiamo anche considerare l’andamento della guerra dei dazi e i mutamenti nei mercati globali, influenzati da un nuovo capitalismo digitale, che ha bisogno di pace e buoni rapporti internazionali per prosperare.

Rimango scettico riguardo al tanto decantato pericolo di invasione russa e sugli armamenti urgenti necessari per difenderci. Per non parlare di quei pochi giovani che, in Italia, saranno destinati invece a indossare tute mimetiche e a difendere zone come il Grappa e il Piave. Scommetto di più sulla pace, che deve essere sostenuta dalla lungimirante previsione di Bergoglio nella “Fratelli Tutti”. In questo contesto, è fondamentale affrontare i veri pericoli già iniziati: il cambiamento climatico, la crisi idrica, l’influenza delle intelligenze artificiali, e le immigrazioni inarrestabili, non solo quelle africane. È anche cruciale considerare la crisi della democrazia rappresentativa e partecipata, una volta superato il vecchio partito di massa e certi valori.