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domenica, Aprile 20, 2025
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La Voce del Popolo | Il mondo sull’ottovolante del presidente americano

S’intravedono due costanti nell’azione della Casa Bianca. La prima è la durissima “confrontation” con la Cina, la seconda è l’assalto alla globalizzazione. Trump è convinto che tutto questo sconquasso porterà benefici al suo Paese.

L’andamento così erratico e scomposto di Trump, il suo delirio tra dazi che vanno e vengono, proclami che scappano di qua e di là, insulti che ritornano, doppiezze che si rincorrono l’un l’altra, può dar l’idea che tutte le destre del mondo siano come dissociate tra parole estreme e comportamenti più prudenti. Un po’ quello che ci è capitato di vedere anche dalle nostre parti, allorché dai banchi dell’opposizione si strillava contro l’Europa e si annunciavano blocchi navali e altre improbabili misure e poi l’indomani, dai banchi del governo, ci si disponeva a comportamenti assai meno dissennati. 

Temo che non si tratti di questo, invece. Non perché il presidente americano sia una figura politicamente coerente, tutt’altro. Ma perché, pur nell’infinito e scomposto vai e vieni di queste prime settimane, si intravedono due costanti sulle quali si può immaginare che egli insisterà. La prima è la durissima “confrontation” con la Cina, individuata ormai come l’avversario, anzi il nemico strategico. E la seconda è una sorta di assalto alla globalizzazione, dato che è evidente che l’attuale ordine internazionale non potrà reggere a tutti gli scossoni che la leadership americana sembra volergli infliggere. 

Su questi punti sembra proprio che Trump non intenda mollare. Nella convinzione che tutto questo sconquasso porterà benefici al suo Paese e gloria alla sua presidenza. Che poi il resto del mondo, trascinato su questo ottovolante, sia destinato a pagarne le conseguenze non sembra turbare più di tanto i sonni della attuale Casa Bianca.

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]