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domenica, Aprile 27, 2025
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L’equilibrio della Chiesa servirebbe anche alla politica

Quale successore di Francesco? È sempre più necessaria una figura che sappia rappresentare le diverse e molteplici anime presenti oggi nella Chiesa cattolica universale. Insomma, una figura “che si colloca al centro”.

Facciamo subito una premessa d’obbligo per non ingenerare equivoci e fraintendimenti vari. Non esiste affatto una correlazione tra un Centro – meglio definirlo come un ipotetico ed ancora indefinito Centro – nella politica italiana e un centro di governo nella Chiesa cattolica. Ma questo tema, piaccia o non piaccia, ha iniziato a far breccia in questi giorni su molti organi di informazione del nostro paese, per non dire su tutti, parlando dell’eredità di Papa Francesco. E, di conseguenza, della individuazione della nuova guida spirituale della Chiesa cattolica a livello mondiale. Certo, parliamo prevalentemente di quello che comunemente viene definito come “fantapapa” ma che, tuttavia, interessa non solo i cattolici ed i credenti di tutto il mondo ma anche, e soprattutto, i credenti e i non credenti del nostro paese.

Ora, se è vero com’è vero che in Italia, anche in una fase caratterizzata da una forte polarizzazione ideologica e radicalizzazione della lotta politica, si continua a sostenere – e giustamente – che si può e si deve governare “dal centro e al centro”, comincia a farsi largo, almeno stando alle più diverse interpretazioni, che anche nella individuazione del successore di Francesco è sempre più necessaria una figura che sappia rappresentare le diverse e molteplici anime presenti oggi nella Chiesa cattolica universale e che, probabilmente, si può tranquillamente definire come una figura “che si colloca al centro” nel panorama composito e articolato della Chiesa stessa. Centro, in questo caso, che non coincide affatto con le categorie politiche a noi

consuete ma che, semmai, individua nel futuro Pontefice una guida che sia in grado di farsi carico di tutte le diverse sensibilità che compongono l’arcipelago cattolico mondiale. Una complessità che, come tutti ben sappiamo e non solo i cattolici e i credenti, richiede una figura apicale fortemente carismatica e, al contempo, in grado di rappresentare le varie anime nella concreta declinazione del messaggio evangelico e nella predicazione teologica e pastorale.

Certo, le dinamiche che precedono l’elezione di un Papa non sono minimamente paragonabili rispetto a quelle che vengono scelte per la guida politica di un partito o di una coalizione. Ma è pur vero che, seppur in assenza dello Spirito Santo per quanto riguarda le concrete scelte della politica, ci sono delle modalità organizzative che non appaiono poi così distanti. Mi riferisco, almeno sotto il profilo del metodo, al dibattito, al confronto e agli accordi che necessariamente precedono l’elezione del Pontefice e alle dinamiche concrete che sono sotto gli occhi di tutto il mondo e di cui ci deliziano propio le cronache giornalistiche quotidiane.

Ecco perché, tanto nella politica quanto nella Chiesa cattolica, le categorie che appaiono così desuete, antiche o addirittura fuori moda, a volte ritornano protagoniste e di grande attualità. E, nel caso specifico, la ricchezza, la mission e il ruolo specifico che possono rivestire il centro o la politica di centro o una figura di centro nella capacità di sciogliere nodi che apparentemente appaiono insolubili. Ieri come oggi e come sempre.