25.2 C
Roma
sabato, Maggio 3, 2025
Home GiornaleLa forza dell’unità sindacale per la difesa dei lavoratori

La forza dell’unità sindacale per la difesa dei lavoratori

Senza un sindacato unito è la stessa difesa delle ragioni dei lavoratori che entra in crisi. Ecco perché deve prevalere una ragione superiore per garantire al movimento sindacale la libertà dai condizionamenti politici ed ideologici.

La difesa del lavoro, dei lavoratori, del ruolo delle organizzazioni sindacali sono temi che erano e restano centrali non solo per i cattolici impegnati in politica ma, semmai, per tutti coloro che hanno tra i propri obiettivi la difesa e la promozione dei ceti popolari da un lato e salvaguarda della qualità della democrazia dall’altro. Qualità della democrazia che individua proprio nel ruolo e nella mission del sindacato una delle sue ragioni centrali e decisive.

Ora, tutti noi conosciamo l’andamento delle relazioni tra le diverse sigle sindacali. E sappiamo anche che i rapporti sono sempre stati condizionati dalle singole leadership delle varie organizzazioni. Certo, lo storico sindacato rosso, ovvero la Cgil, ha sempre individuato nell’ormai collaudata “cinghia di trasmissione” con il partito di riferimento la sua ragion d’essere. Ma è altresì necessario sottolineare che grandi leader del passato della Cgil come Lama e Trentin non avevano la concezione del sindacato che oggi ha, per esempio, Landini, cioè una sorta di “partito ombra” o, meglio ancora, un luogo che raccoglie le svariate sinistre presenti nel nostro paese. Da quella radicale e massimalista della Schlein a quella estremista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis, a quella populista dei 5 Stelle. Come conferma puntualmente, e quasi scientificamente, la concreta gestione della prossima partita referendaria, per fermarsi all’ultima occasione utile.

Come, d’altro canto, non sono lontanamente paragonabili le gestioni di Franco Marini o di Pierre Carniti alla guida della Cisl con l’attuale gestione del “sindacato bianco”.

Comunque sia, e al di là delle diverse personalità e dei molteplici stili di governo di una grande organizzazione sindacale, è indubbio che l’unità sindacale resta un caposaldo essenziale per la credibilità dell’intero sindacato nel nostro paese. E, del resto, senza un sindacato consapevolmente e responsabilmente unito è la stessa difesa delle ragioni dei lavoratori che entra in crisi. E non è un caso che, vista la posizione pregiudizialmente ideologica della Cgil, si rende di conseguenza quasi obbligatorio un dialogo differenziato con il Governo da parte del sindacato. Ben sapendo che quando prevale e persiste un pregiudizio di natura politica ogni confronto è destinato ad essere sacrificato sull’altare dell’interesse e della convenienza di natura politica.

Tocca, quindi, ai dirigenti sindacali delle altre organizzazioni intensificare tutte le iniziative finalizzate a costruire le condizioni ottimali per riavere una vera e forte unità sindacale. Seppur nella diversità politica e soprattutto culturale delle varie sigle, deve sempre prevalere una ragione superiore. E cioè, un sindacato forte e libero dai condizionamenti politici ed ideologici è in grado di confrontarsi altrettanto liberamente con il governo e le altre parti sociali puntando a risultati significativi e convincenti per le reali condizioni di vita dei lavoratori. Oltre, come ovvio, a costruire una cornice democratica complessiva che riesce a contenere le sacrosante proteste in una dimensione estranea alla violenza e ad ogni sorta di deriva populista e demagogica.

Ecco perché l’unità del sindacato è importante e decisiva. Per il futuro dei lavoratori e anche, e soprattutto, per la conservazione e il rilancio della nostra democrazia.