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martedì, 6 Maggio, 2025
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Germania, Spahn e l’ombra dell’AfD. Dov’è finito l’Adenauer anti-nazista?

Nel cuore della CDU si allarga la frattura tra l’eredità democratica di Adenauer e le aperture a destra. Il caso Spahn, deputato e cattolico, rilancia il dibattito sull’identità del partito.

Tiene banco in Germania il caso Spahn. Negli ultimi giorni se ne discute con più animosità. Fa da sfondo la classificazione dell’AfD come “organizzazione estremista di destra” e “minaccia per la democrazia” da parte dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione ha intensificato il dibattito all’interno della CDU.

Nato nel 1980 a Ahaus, Jens Spahn è una delle figure più influenti e controverse del partito cristiano democratico. Deputato al Bundestag dal 2002 e già Ministro della Salute nel governo Merkel, rappresenta l’ala più radicale della CDU in quanto sostenitore di posizioni rigide su immigrazione, sicurezza e identità nazionale. Recentemente ha proposto di trattare l’AfD come un qualsiasi altro partito di opposizione, suscitando perplessità e malumori. Ecco le sue parole: “L’AfD è una realtà elettorale con cui dobbiamo misurarci, non demonizzarla a prescindere.” Ebbene, fuori e dentro la CDU, questa presa di posizione è apparsa a molti come inaccettabile.

A inquietare la pubblica opinione non è solo il tono accomodante verso l’AfD, ma anche il disegno geopolitico da lui tratteggiato: un’Europa più autonoma militarmente, fino alla proposta – definita “visionaria” dai suoi sostenitori – di un ombrello nucleare europeo. In questa prospettiva, egli si propone come leader di una nuova destra europea che rifiuta tanto l’isolazionismo quanto la sudditanza strategica (verso gli Usa), immaginando un protagonismo continentale fondato anzitutto sulla sicurezza.

Nel complesso, le uscite di Spahn fanno risaltare le tensioni interne alla CDU tra la fedeltà ai principi democratici e la pressione di un elettorato sempre più attratto da posizioni radicali. Ci sarebbe bisogno, non solo nelle commemorazioni ufficiali, di ricordare la testimonianza di Konrad Adenauer. Perseguitato dai nazisti come borgomastro di Colonia ed eletto, dopo la carastrofe htleriana, primo cancelliere della Germania federale, Adenauer ha rappresentato il riscatto morale e politico della nazione.

È un richiamo tanto più indispensabile quanto più si manifesta la necessità di un argine alle derive neo-autoritarie. Il punto è molto chiaro: la CDU rischia di smarrire il suo baricentro storico se non tiene ferma la linea che più e meglio corrisponde al lascito del suo fondatore.

 

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