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venerdì, 6 Giugno, 2025
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La Russia di Šipkov: radici culturali e teologiche del conflitto con l’Ucraina

Riproponiamo la parte conclusiva dell’articolo di Stefano Caprio pubblicato con il titolo “L'ideologo di Putin e Kirill ora attacca persino Averintsev” il 30 maggio scorso sul sito dell’Agenzia del Pime.

[…] In questa disamina della cultura russa si evidenzia un fattore oggi davvero determinante per l’autocoscienza del potere politico ed ecclesiastico, che sostiene l’assoluta purezza e originalità della variante russa del cristianesimo e del sistema dei valori morali, in opposizione a quella ereditata dal cattolicesimo e protestantesimo occidentale, che secondo questa interpretazione si sono “appropriati” perfino della tradizione bizantina, come mostra proprio l’opera di Averintsev. La Russia di Šipkov rifiuta quindi la convergenza dei grandi filoni della spiritualità e della cultura cristiana dell’Europa di Oriente e Occidente, per proporsi come l’unica vera Chiesa incaricata di una missione universale.

Il filosofo esprime ammirazione per la personalità di Averintsev, capace di rievocare i padri della Chiesa e l’antica letteratura cristiana ancora in tempi di censura sovietica, ma a suo parere egli fu “una vittima involontaria della nuova ideologia dei valori liberali”, contro cui la Russia è costretta oggi a combattere. Nel tentativo di collegare il simbolismo ortodosso con la letteratura occidentale, in una “visione comune delle epoche” e una specie di “sincretismo delle culture pagane e di quelle bibliche”, Averintsev tentò di armonizzare cristianesimo e secolarismo, provocando una contraddizione tipica della visione attuale del mondo, che Šipkov definisce “tentazione del culturalismo”, una specie di “eresia contemporanea”.

Il filosofo utilizza un termine già impiegato da altri storici russi della teologia come Georgij Florovskij, quello della “pseudomorfosi”, una negazione e un tradimento dell’autentica tradizione insinuatosi in Russia fin dai tempi moderni, in particolare attraverso l’Accademia teologica di Petro Mogila a Kiev a inizio Seicento, che usava gli schemi della scolastica latina. Questo indica le radici profonde del conflitto tra la Russia e l’Ucraina, che proprio in quel periodo ha cominciato a separarsi nettamente da Mosca, evidenziando una propria identità di “ponte tra Oriente e Occidente”.

Da notare che Averintsev rileggeva l’idea russa della “Terza Roma” collegandola con una dimensione antica della cultura, essendo già la Roma antica una “terza figura” dopo Troia (mondo orientale) e Alba Longa (Latium vetus occidentale), e anche Costantinopoli come discendente da Troia e da Roma, per suggerire che non esiste un unico erede del cristianesimo e della cultura antica, ma in ogni espressione di tutte le latitudini si esprime un autentico contributo alla coscienza universale, ciò che i russi non intendono ammettere in nessun caso.

 

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https://www.asianews.it/notizie-it/L’ideologo-di-Putin-e-Kirill-ora-attacca-persino-Averintsev-63199.html