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sabato, 5 Luglio, 2025
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Libertà smarrite: la democrazia non è mai garantita per sempre

Da Žižek a Cremaschi, l’esame delle minacce che attraversano un’epoca in cui l’autoritarismo si traveste da progresso. È possibile evitare un futuro che nasconde, sotto i bagliori del tecno-populismo, un ritorno al passato?

Due libri recenti, firmati da Slavoj Žižek e Giorgio Cremaschi, mettono sotto la lente d’ingrandimento cause ed effetti di una medesima inquietudine: la crisi del liberalismo democratico e il suo possibile esito autoritario. Lo chiamano “fascismo liberale”, ossimoro inquietante e provocatorio, ma forse non troppo distante dalla realtà.

Il grido di Žižek: il liberalismo che implode

Nel suo pamphlet Trump e il fascismo liberale (Pinte alle Grazie, 2025), il filosofo sloveno Slavoj Žižek lancia un allarme che scuote le coscienze. Trump, anche nella sua narrazione, non è un’anomalia, ma il prodotto logico di un sistema che ha svuotato la democrazia di senso. L’apparente libertà nasconde nuove forme di dominio: l’incombenza degli algoritmi sulla vita quotidiana, il controllo mediatico sulla opinione individuale e collettiva, la smisurata concentrazione della ricchezza. La critica è radicale, quasi apocalittica. Eppure, al fondo, permane un invito a non cedere alla disperazione, ma a ricostruire – con coraggio – nuove forme di convivenza.

Cremaschi: il neoliberismo come premessa dellautoritarismo

Diversa la prospettiva dell’ex sindacalista Giorgio Cremaschi, che nel suo Liberalfascismo: Come i liberali distruggono la democrazia e ci portano in guerra (Mimesis, 2024) mette sotto accusa le politiche neoliberali. Deregolamentazione, precarizzazione del lavoro, erosione dei diritti: tutti fattori che, secondo l’autore, aprono la strada a regimi di forza, con il consenso di élite sempre più distanti dal popolo. Il tono militante della scrittura reca in sé una precisa volontà: risvegliare la coscienza critica.

Una lezione per chi crede nella democrazia

Le due opere – pur diverse per stile e linguaggio – condividono un messaggio di fondo: la democrazia non è garantita per sempre e la libertà non è mai scontata. Per chi si riconosce in una visione neo-umanistica della democrazia, il monito è chiaro: occorre tornare a difendere il valore della persona, l’impegno per la giustizia sociale, il primato della politica rispetto ad eccessi e distorsioni dell’economia. Solo così si potrà evitare che il futuro sia un ritorno al passato sotto i bagliori del tecno-populismo.