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venerdì, 4 Luglio, 2025
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Cinecittà, ministro Giuli e pellicole da dimenticare

La vicenda delle dimissioni di Chiara Sbarigia rivela un clima opaco, tra incarichi multipli, pressioni sui media e scivoloni politici. La cultura merita più visione. Ultimora? Giuli accoglie le dimissioni di Borrelli (Dg Cinema).

Pochi giorni or sono la presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia, ha detto al mondo della sua volontà di dimettersi dall’incarico. La ragione è nel desiderio di dedicare ora tutte le energie alla sua attuale presidenza dell’APA (Associazione Produttori Audiovisivi), oltre a candidarsi alla presidenza della Fondazione Maximo, in via di costituzione con l’AGIS.

Giornalisti in retroscena e tavoli che saltano

Si legge che il motivo delle dimissioni stia nel fatto che un incauto Fabio Longo, consulente della sottosegretaria leghista alla Cultura, Lucia Borgonzoni, abbia saputo ingraziarsi alcuni giornalisti in occasione di convegni vari, pregandoli di non sollevare il tema circa un possibile conflitto di interessi della Sbarigia in ordine al cumulo dei suoi incarichi.

L’obiettivo sarebbe stato pertanto di non mettere in difficoltà la rappresentante del Governo. Per contropartita sarebbero stati liberi di attaccare il ministro Giuli per come avessero creduto opportuno e di capriccio.

Se fosse vero, questi giornalisti avrebbero da interrogarsi su cosa li ha mossi, un tempo, a fare questo mestiere.

Naturalmente, il buon Giuli non avrebbe gradito fare la parte dell’oca giuliva, e quindi si sarebbero maturate le condizioni per far saltare il tavolo e rimettere le cose nella decenza.

È nello specifico anche una questione di cultura, di saper coltivare in modo adeguato il proprio spirito per una sensibilità adatta alle circostanze. Si tratta di crescita personale, invece che far crescere inciampi su cui far cadere il prossimo.

Poltrone, “sbarigate” e carte da gioco

In ogni caso, i conti non sembrano tornare. Per ciò che si legge, la Sbarigia, indipendentemente da un eventuale conflitto di interessi, ha accentrato in sé più responsabilità e, dismettendone adesso una, già ne mira a un’altra, così che il risultato sia averne costantemente comunque almeno due da conteggiare.

Non è questione di capacità e di professionalità quanto di concentrazione di poltrone. Non è necessariamente un peccato: siamo in presenza di uno sport nazionale.

In napoletano, “sbariare” indica un affannarsi tutto il giorno per un obiettivo senza riuscirci. Non sappiamo se sarà il caso della Sbarigia, che è intenta, come il potere insegna, al gioco di “carta vince, carta perde”.

Potrà gestire tutto e in modo pregevole. Non è una sbarbatella e saprà certamente fare al meglio.

Resta sullo sfondo il timore di una dieta di poltrone tutta da scansare.

Anche il Governo, a proposito di cultura, dovrebbe imparare a vederci, se non Longo, almeno più lungo. Cinecittà merita film migliori.

P.S. Ultimora. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli “prende atto” delle dimissioni appena ricevute da parte del Direttore generale Cinema e audiovisivo Nicola Borrelli. Il ministro, si legge in una nota, “lo ringrazia e gli conferma la propria stima per il lavoro svolto fin qui” (Askanews, 3 luglio, ore 0:39).