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sabato, 5 Luglio, 2025
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La nuova sanità dei laburisti

A Londra, dove il governo Starmer ha presentato una riforma decennale del sistema sanitario, è possibile leggere con più chiarezza il valore – e le potenzialità – del nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Unoccasione di confronto

A Londra per motivi familiari, ho avuto la fortuna di assistere “in diretta” alla presentazione della riforma del Servizio Sanitario inglese (NHS) voluta dal nuovo governo laburista. Un piano ambizioso, articolato su tre grandi transizioni – decentralizzazione, digitalizzazione, prevenzione – che vuole restituire efficienza, equità e sostenibilità al servizio sanitario britannico.

Ne ho seguito anche l’impatto mediatico, con le reazioni più immediate. C’è chi plaude al coraggio di una visione lunga e sistemica, chi invece chiede realismo sull’attuazione concreta, soprattutto considerando i limiti finanziari e la fragilità delle infrastrutture digitali. Ma su una cosa sembrano concordare tutti: non si può più aspettare, serve agire ora.

Riforma inglese: i punti principali

Il progetto prevede la nascita di centinaia di centri sanitari di comunità, l’assunzione di migliaia di medici di base e operatori della salute mentale, la digitalizzazione completa del sistema e una forte spinta in direzione della prevenzione dell’obesità e delle malattie croniche. In più, saranno introdotti meccanismi di responsabilità finanziaria e incentivi legati alla soddisfazione dei pazienti.

Si tratta, in fondo, di un tentativo – per ora ben accolto ma non privo di incognite – di riformulare il rapporto tra territorio, ospedale e cittadino in chiave moderna e sostenibile.

In Italia abbiamo più di quanto pensiamo

Di fronte a questo, emerge con chiarezza quanto il nostro Servizio Sanitario Nazionale, pur tra mille fatiche, rappresenti un patrimonio prezioso. Le Case della Salute e gli ospedali di comunità in Italia ci sono già. I medici di base sono molti: vanno valorizzati, aggiornati, coinvolti di più, ma sono lì, pronti a fare la differenza.

Anche sulla digitalizzazione siamo in cammino: il fascicolo sanitario elettronico avanza, serve solo vincere le resistenze culturali e burocratiche che ne frenano la piena attuazione.

Infine la prevenzione: l’obesità, le malattie metaboliche, la salute mentale sono sfide che dobbiamo affrontare con coraggio. Investire oggi, anche con nuovi farmaci e tecnologie, significa risparmiare domani, riducendo il peso delle cronicità e migliorando la qualità della vita.

Non tutto funziona, è vero, e molto va migliorato. Ma possiamo e dobbiamo credere nel nostro Servizio sanitario, un sistema integrato con erogatori pubblici e privati accreditati che altri – come il Regno Unito – cercano oggi di imitare. A noi spetta custodirlo, innovarlo, difenderlo. Senza polemiche ideologiche, che sulla salute sono solo dannose.

Giuseppe Fioroni

ex Ministro della Pubblica Istruzione, vice presidente della Fondazione Gemelli