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sabato, 12 Luglio, 2025
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La nuova cortina di ferro è sepolta sottoterra

Mine antiuomo e coscienza cristiana: la Chiesa greco-cattolica lancia un Sinodo per lo “sminamento spirituale”. Riportiamo ampi stralci dell’articolo pubblicato il 5 luglio u.s. su Asia News a firma di Stefano Caprio.

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Dallillusione del disarmo al ritorno delle mine

Si tenta di proibire le mine antiuomo dal 1980, e 65 Paesi dell’Onu avevano allora firmato la convenzione apposita, che di fatto non è mai stata applicata, anche perché si riferiva a conflitti internazionali, mentre la maggior parte dei terreni minati riguarda i conflitti interni, come viene definito quello delle regioni ucraine occupate o ancora libere dall’orco russo.

Nel 1995 la convenzione fu ampliata e definita nei dettagli, cominciando ad ottenere qualche effetto fino al processo di Ottawa del 1996, che decise la totale proibizione, quella da cui oggi si è sganciata l’Ucraina per difendersi dalla Russia. Il movimento che portò all’accordo canadese ottenne perfino il premio Nobel per la pace, che ora si contendono Putin e Trump a suon di missili.

 

LUcraina esce dalla Convenzione di Ottawa

Entro il 2017, circa 100 dei 150 Paesi firmatari si erano impegnati a distruggere le proprie riserve di mine, e 27 di essi dimostrarono di essere completamente liberi dalle bombe di terra. Rifiutarono di firmare la convenzione la Cina, la Russia, gli Stati Uniti, l’India, il Pakistan e i Paesi del Medio Oriente, in un’oscura profezia di quanto si è realizzato un trentennio più tardi.

L’Ucraina aveva firmato nel 2005, dopo la “rivoluzione arancione” che l’aveva staccata per la prima volta dalla dipendenza da Mosca, e aveva anche distrutto le sue mine, che sono tornate a proliferare dall’invasione del 2022, sia da parte ucraina, sia da quella russa.

A fine 2024, in conclusione del mandato di Joe Biden, gli USA hanno permesso agli ucraini di sistemare le mine antiuomo; il ministero degli Esteri di Kiev si è giustificato spiegando che la Russia, non aderendo alla convenzione di Ottawa, aveva cominciato a spargere le mine sul territorio fin dal 2014, creando una “superiorità asimmetrica a favore dell’aggressore”.

Alla fine, il presidente Volodymyr Zelenskyj ha firmato ufficialmente l’uscita dall’accordo, per non “rimanere succubi del cinismo estremo della Russia”.

Uneccezione che diventa regola

[…] Anche la Polonia, la Finlandia e i Baltici hanno preso le distanze dagli accordi sulle mine, visto quello che succedeva ai loro confini […]; solo la Norvegia per ora non sembra avere intenzione di rimettere le mine sul territorio.

La convenzione, peraltro, prevede che l’uscita dall’accordo non si possa applicare fino alla fine degli scontri in corso, ma gli ucraini intendono presentare le eccezioni relative alle “condizioni estreme”.

Lo sminamento spirituale della Chiesa greco-cattolica

Mentre si dispongono le mine per formare l’abisso invalicabile con la Russia, la nuova “cortina di ferro” esplosiva che segnerà il destino dei popoli nei tempi a venire, a Roma si è tenuto il Sinodo dei vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina, un evento storico che per la prima volta si è aperto con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo maggiore di Kiev, Svjatoslav Ševčuk, insieme al santo padre, il papa Leone XIV.

Il tema su cui hanno deciso di lavorare i vescovi ucraini è la “Pastorale della famiglia in tempo di guerra”, con un’attenzione particolare alle ferite spirituali, alle famiglie divise e al ruolo della Chiesa come rifugio e fonte di speranza.

Al Pontificio collegio di San Giosafat, accanto al Vaticano, si sono riuniti oltre 50 vescovi provenienti da tutto il mondo, per decidere come procedere con lo “sminamento spirituale” dell’Ucraina.

Le parole di Leone XIV

Come ha affermato Ševčuk: “Vogliamo parlare a Roma, al Vaticano e al mondo del nostro dolore, delle nostre sofferenze, ma anche dell’eroismo del nostro popolo, del nostro spirito incrollabile, della nostra forza. Vogliamo che il mondo ci ascolti e ci sostenga”. Papa Leone ha osservato che “nell’attuale contesto storico non è facile parlare di speranza a voi e al popolo affidato alla vostra cura pastorale, non è facile trovare parole di consolazione per le famiglie che hanno perso i propri cari in questa guerra insensata”, ma le tante testimonianze di fede e di speranza da parte di uomini e donne ucraine sono “un segno della forza di Dio che si manifesta in mezzo alle macerie della distruzione”, offrendo nuovamente l’aiuto della Santa Sede per dare un senso alle trattative di pace, come il pontefice ha ripetuto anche ricevendo il presidente della Polonia, Andrzej Duda […].

Per leggere la versione originale dell’articolo

https://www.asianews.it/notizie-it/Il-nuovo-muro-di-mine-della-guerra-dei-mondi-63437.html