“Innanzitutto, sono lieto di esprimerle la mia gratitudine per l’interesse dimostrato verso le attività del nostro Istituto“, mi dice il prof.Valeriy Heyets, Direttore dell’Institute for Economics and Forecasting dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina. “Desideriamo inoltre ringraziare di cuore tutti gli italiani che forniscono il più vario sostegno all’Ucraina in questo difficile periodo bellico, e per il loro aiuto ai rifugiati ucraini in Italia. Questo è per noi, e per l’Ucraina, un supporto di immenso valore!“.
La conferenza sulla ricostruzione, Ukraine Recovery Conference 2025, che si apre oggi a Roma è l’occasione per il mondo della ricerca ucraino, di cui il Prof. Heyets è uno dei massimi esponenti, per tracciare una roadmap per la rinascita del Paese: non semplice ricostruzione, ma trasformazione economica, sociale e istituzionale integrata con l’Europa. Si sta assistendo ad una primavera di idee e di progetti per la rinascita dell’Ucraina, che avviene in una delle fasi più dure della guerra, non senza analogie con quello straordinario contributo progettuale che ebbe come protagonisti molte personalità del cattolicesimo democratico e sociale, che proprio negli anni più bui dell’Italia, 1943-45, pose le premesse per la ricostruzione del nostro Paese.
Direttore Heyets, come ha influito la guerra sulle attività di ricerca dell’Istituto di Economia e Previsione?
Nonostante le difficoltà del periodo bellico, siamo riusciti a preservare il nostro valore principale – il nostro team scientifico – e oggi l’Istituto continua a svolgere la sua missione, che è quella di fornire al Governo dell’Ucraina previsioni e programmi strategici. Oggi non basta ripristinare serve un nuovo modello economico, capace di resistere a minacce ibride.
Come valuta l’attuale situazione economica dell’Ucraina?
La situazione è difficile, perché una guerra feroce e su larga scala miete vite umane ogni giorno, compresi pacifici cittadini ucraini; le infrastrutture commerciali, energetiche e di trasporto, le abitazioni e la sfera sociale dell’Ucraina hanno subito distruzioni e danni significativi, perdite materiali e finanziarie durante i 3,5 anni di guerra; il mercato del lavoro nazionale e il potenziale lavorativo del Paese sono stati sconvolti dal fatto che milioni di ucraini sono diventati richiedenti asilo all’estero (in totale, secondo l’UNHCR, oggi ce ne sono 5,6 milioni nel mondo) o sfollati interni (4,5 milioni quelli riconosciuti).
Quali sono le vostre priorità per la Conferenza di Roma?
La ricostruzione postbellica dell’Ucraina deve basarsi su tre pilastri interconnessi: modernizzazione economica, rinnovamento istituzionale e politiche sociali di qualità.
All’URC2025, l’Ucraina punta a: mobilitare investimenti privati, ricostruire il capitale umano, con programmi per sfollati e veterani e rafforzare le comunità locali, cuore della decentralizzazione. Nel contesto dell’attuazione dei principi di qualità sociale nella ricostruzione postbellica dell’Ucraina, l’esperienza italiana può servire come preziosa fonte di ispirazione, dimostrando la resilienza delle istituzioni sociali anche di fronte alle turbolenze economiche.
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