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lunedì, 14 Luglio, 2025
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“La libertà è in pericolo come mai dal 1945”: il severo monito di Macron

In un discorso alle Forze armate all’Eliseo, il presidente francese lancia l’allarme per i rischi di una guerra e annuncia un momento di svolta strategico per la difesa nazionale.

Nel suo discorso del 13 luglio, pronunciato alla vigilia della festa nazionale, Emmanuel Macron ha evocato “un momento di bascule”, avvertendo che “la libertà non è mai stata così minacciata oggi come dal 1945”. Un’affermazione drammatica che posiziona il presente accanto ai momenti più oscuri della Guerra fredda.

Questa vulnerabilità emergerebbe da una “aggravation des menaces”, tra cui la “permanenza della minaccia russa” e “la disinibizione del ricorso alla forza nel mondo”.

Lordine mondiale sotto pressione

Secondo Macron, l’ordine internazionale sorto nel dopoguerra si sta sgretolando perché “non ci sono più regole, prevale la legge del più forte”. Sebbene non nomini direttamente la Russia, è chiaro il riferimento alla sua aggressività nell’Europa orientale, e alle tensioni crescenti tra potenze.

A incalzare, anche il disimpegno americano e la crisi dei vecchi alleati, che mettono a rischio la coesione delle democrazie occidentali.

Verso nuovi impegni strategici e finanziari

Il discorso si innesta sulla “Revue nationale stratégique” di gennaio, che individua un intensificarsi delle minacce e la necessità di rispondere con  “sforzi supplementari”  .

La Legge di programmazione militare 2024‑2030 già prevede 413 miliardi € (+3 mld €/anno), ma Macron sembra pronto a far leva su possibili aumenti aggiuntivi, anche senza nuovi prelievi fiscali, e chiedendo il coinvolgimento di capitali privati.

Giovani, servizio e unità nazionale

Un altro pilastro del discorso riguarda il coinvolgimento della gioventù: Macron incarica il ministro Lecornu e il generale Burkhard di elaborare soluzioni affinché “la gioventù abbia l’occasione di servire”, con un impegno militare volontario o ibrido, integrato all’interno della società  .

Il presidente ha annunciato che verso fine estate o inizio autunno presenterà le proposte nel quadro dell’aggiornamento della programmazione difensiva.

Un discorso strutturale”

All’Eliseo, l’ufficio del presidente lo definisce un intervento “strutturale per l’avvenire delle nostre forze armate”. Macron ha avvertito che “affinché si sia temuti, bisogna essere potenti”, e che “la mobilitazione interministeriale è essenziale” per la difesa nazionale. Inoltre, ha chiarito che “la pace nel nostro continente dipende dalle decisioni attuali”, indicando la gravità della posta in gioco.

Perché non si può trascurare questo allarme

 

La dichiarazione concisa ma pesante — “libertà minacciata come mai dal 1945” — segna un cambio di paradigma nell’approccio strategico francese.

L’accelerazione russa e l’erosione dell’ordine globale suggeriscono che la Francia stia ricalibrando il proprio ruolo, da forza diplomatica a “protector power”. Il coinvolgimento della società civile, in particolare dei giovani, sottolinea come la difesa non sia più questione di forze armate, ma progetto collettivo. In un contesto europeo indebolito e con Washington più incerta, la Francia si propone come pioniere di una sovranità difensiva condivisa.

Conclusione

L’allarme lanciato da Macron all’Eliseo è un segnale concreto — politico, strategico e militare — che chiede lucidità, coesione nazionale, e prontezza strutturale. È tempo di considerare il passaggio non come un rimando, ma come una chiamata alla responsabilità collettiva.
Il rischio di una ennesima retorica patriottica?

Macron chiede coesione nazionale contro minacce esterne, ma il registro apocalittico del 13 luglio tradisce anche un’ambizione personale: quella di incarnare, da solo, garanzia di ordine e sicurezza. È la stessa postura “jupitérienne” con cui ha sciolto il Parlamento nel 2024 e centralizzato il potere all’Eliseo ‒ una concentrazione che molti definiscono neo-bonapartista. Se la libertà è davvero “mai così minacciata dal 1945”, la storia insegna che lo è anche di fronte a un eccesso di potere nelle mani di un solo uomo.