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sabato, 19 Luglio, 2025
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Sgarbi alla Garbatella, partiti e questioni di stile

Il caso Talli Giottoli scuote il Pd capitolino: dalla delusione per un assessorato mancato all’approdo tra le braccia dei “patrioti”. Ma la coerenza, quella vera, dove sta?

In quel del quartiere della Garbatella ci si è mossi con uno sgarbo istituzionale che non appare immediatamente comprensibile. Una consigliera municipale del Partito Democratico è passata radicalmente al fronte opposto, entrando nelle file di Fratelli d’Italia.

Non si è fermata nei paraggi del centro, ma ha cambiato indirizzo come dal mare alle alte cime di montagna. Evidentemente, la mezza collina non fa per lei. Eleonora Talli Giottoli era stata la più votata nell’VIII Municipio di Roma.

Mi aspettavo un assessorato”

Pare abbia dichiarato: «Mi aspettavo di avere un percorso ben strutturato. Pensavo a un assessorato o ad altri importanti incarichi, invece niente di tutto questo».

Evidentemente non ha tenuto conto che l’etimologia di “municipio” si traduce in onere da assumere – anticamente, un territorio sottoposto al dominio di Roma senza partecipazione ai diritti politici.

Ai tempi d’oggi, ci si dovrebbe ricordare che la politica è attività di servizio alla comunità. Non ha, almeno in prima istanza, l’obiettivo di una poltrona comoda su cui appostarsi in attesa di incarichi più appetibili.

Politica o sentimentalismo?

Avrebbe dunque asserito circa il desiderio di un ruolo accanto a un briciolo di potere, qualcosa per distinguersi. Ma ciò non è avvenuto. E ha scoperto che nel Pd non si è tutti amici e solidali, ma ci sono correnti che si fronteggiano, rivalità e inimicizie. Perché la politica è propriamente il posto dello scontro più che del confronto – dove ci si scambiano spine ancor prima dei ciclamini.

Così è emigrata sulla sponda opposta, immaginando che quella sia il posto delle fragole o addirittura il paradiso in terra. Lì si augura di non trovare più attacchi alla sua persona e di non dover più guidare “da sola a fari spenti nella notte”, in cerca di cavarsela in un ambiente non proprio di cavalieri e signorine.

Cristianesimo o strategia?

Oltre la debolezza di questo convincimento, sembrerebbe sia stata addotta una motivazione che suscita più di una perplessità. Se ben si è letto, la consigliera avrebbe detto di aver trovato un gruppo «dove respiro un’aria di positività perché è in linea con i miei ideali cattolici e cristiani, mi offre aiuti e protezione, mi supporta e mi lascia quell’autonomia necessaria al perseguimento degli obiettivi».

Detto così, sembra che in precedenza non avesse attentamente indagato sull’identità del Pd, che non sempre – si sa – è in perfetta linea con il magistero cattolico. Anche sull’altra riva del fiume, del resto, non è che siano tutti orientati alla santità.

Lagone e il garbo

In più, la Giottoli dovrebbe conquistare la consapevolezza che l’agone politico non è un luogo d’accoglienza per anime indifese in cerca di tutele. Non siamo nella Città Celeste.

Il compiacimento di Fratelli d’Italia nel far salire a bordo nuova truppa così ingenuamente strutturata suscita ulteriore soprassalto.

La coerenza è un attaccamento alla scelta fatta, se meditata, come dovrebbe essere in ogni occasione della vita. Non si tratta di essere garzoncelli scherzosi ma riferimenti di una comunità che ti elegge per essere rappresentata – con tutte le responsabilità che il fatto comporta.

Tutti democratici, purché sinceri

La Giottoli sarà stata forse presa da un momento di sconforto, o da una ritrovata passione. Avrebbe potuto ispirarsi, senza troppe analisi, alla battuta di De Sica in un celebre film: «Sono un sincero democratico che guarda al sentimento».

A meno che, viceversa, non si interpreti la questione alla stregua di Flaiano:

«La società va trattata tenendo conto che è composta di persone sensibili alla corruzione, al disprezzo, all’adulazione. Usando queste tre leve, non dovrebbe essere difficile dominarla».