28.3 C
Roma
venerdì, 18 Luglio, 2025
Home GiornaleCleopatra? Se l’è scordata pure Cesare

Cleopatra? Se l’è scordata pure Cesare

Non si fa vedere nell’Urbe, gira tra i Federati e dice di rappresentare Roma. Ma la plebe non la rimpiange. E Cesare… aspetta che torni.

Tra un silenzio e laltro

«E Cleopatra?», domandò un senatore. «Fece un senatore anche al Divo Cesare».

«In effetti», rispose Cesare, «è da tempo che non ricevo notizie dai messi dell’Impero. Ma perché me lo chiedi?»

«Così, per sapere, oh Cesare. Sapevo che ti era molto a cuore…»

«Da mesi non la vediamo nell’Urbe», intervenne un altro senatore. «Qui non viene mai e nemmeno i suoi si fanno vedere. Si dice che stia sempre presso i Federati, a curare gli interessi dell’Impero. E pure i suoi, sempre con quello grande e grosso che sta oltre le Colonne d’Ercole».

La scuffia” del Divo

Cesare, certo che se la ricorda Cleopatra. Ci ha preso «una scuffia», come si dice in città, che fece notizia in tutto l’Impero. Solo Giulia, la moglie fedele, non disse nulla e non mosse ciglio: Cesare lo conosce bene, protestare non sarebbe servito. E Cesare apprezzò. Chiedere scusa a Giulia sarebbe stato impossibile: lo avrebbe umiliato davanti all’Urbe tutta.

Corrucciato per le sorti dell’Impero, Cesare non si era accorto che era passato tanto tempo dall’ultima volta che l’aveva vista. Ormai è quasi dimentico della regina egizia, lasciata in giro tra i Federati a tessere trame, alleanze, posizionamenti, senza rendere conto alla plebe romana.

Ma la plebe pure se l’è presto dimenticata, ché non gira più in città sul carro e con la corte sua appresso, causando scompiglio e disagio per le vie strette e affollate dell’Urbe. E tutti si giovano della ritrovata libertà di circolazione.

Chi la vede più Cleopatra?

«E dunque», chiede Cesare, «qualcuno sa dove sia la regina Cleopatra?»

«E no!», risposero in coro i senatori.

«Mandiamo messi a chiedere?»

«Perché?», osserva Cesare. «Dal nord dei confini, oltre i territori dei Germani, mi giungono notizie di una guerra in corso da tre anni, e noi sosteniamo quello invaso. Ad est, dai territori dell’Asia che affacciano sul Mare Nostro, un’altra guerra – da tre anni anche quella – tra due popoli per una striscia di terra rivendicata da millenni. E da quel tizio oltre il grande mare, viene una guerra sul commercio. Tre anni di governo e tre guerre alle porte di casa. Non una voce è venuta da lei a me per chiedere consiglio. Quindi, perché mai dovrei chiamarla a me?»

Il tempo dellattesa

«Ma Cesare!», esclamarono in coro. «Gira l’Impero e pure tra i Federati, menando il tuo nome e con il tuo pure il nostro, dell’Urbe!»

«No, il nome mio no – lo sanno bene tutti. Gira dicendo che le ho dato la barca migliore e una buona parte della cassa del tesoro, per risollevare le genti e l’Impero. Ella è partita, ha fatto un paio di volte approdo qui vicino al porto di Ostia per sesterzi e viveri, e noi gliel’abbiamo concessi. Ed è ripartita. Prima o poi tornerà qui nell’Urbe, e allora potrò vedere se avrà rispettato il patto tra noi».

E nel frattempo…

«E nel frattempo, Cesare, che famo?», chiede ansioso un senatore che ha una fabbrica di prodotti che porta fino ai porti oltre il grande mare. «Se non li sbarca, se li tira sui denti, colpa di Cleopatra e dell’amico suo».

«Aspettiamo», risponde Cesare. «A me la “scuffia” m’è passata, Giulia non me parla ma c’è sta’. Sentimo la plebe, qui nell’Urbe: forse un’idea per rimpatria’ la regina senza danno la troviamo».

Ave!