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domenica, 3 Agosto, 2025
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Mattarella difende la verità sulla strage di Bologna

Nel 45° anniversario dell’attentato del 2 agosto il Presidente richiama la Repubblica ai suoi doveri: memoria, giustizia e fedeltà ai principi democratici.

Nel quarantacinquesimo anniversario della strage del 2 agosto 1980, la Repubblica ha rinnovato la propria fedeltà alla memoria e alla verità. Una data che continua a segnare la coscienza civile del Paese, simbolo del punto più drammatico di quella “notte della Repubblica” evocata da Sergio Zavoli: una stagione di sangue iniziata con Piazza Fontana e durata oltre un decennio.

Un discorso denso di significato

Nella giornata di ieri, 2 agosto, il Presidente Sergio Mattarella ha pronunciato un discorso denso di significato, riaffermando con fermezza la necessità di custodire la verità storica e giudiziaria sulla strage alla stazione di Bologna.

Un messaggio rivolto all’intera comunità nazionale, e in particolare alle nuove generazioni, affinché nessuno dimentichi la matrice neofascista dell’attentato, né le complicità di apparati deviati dello Stato. Il Capo dello Stato ha voluto anche sottolineare il ruolo insostituibile delle associazioni dei familiari delle vittime, il cui coraggio civile ha permesso di rompere il silenzio, superare i depistaggi e individuare mandanti e fiancheggiatori.

La sentenza della Corte di Cassazione

Mattarella ha richiamato la sentenza definitiva della Corte di Cassazione, emessa il 1° luglio scorso, che ha condannato Paolo Bellini – ex militante di Avanguardia Nazionale – come esecutore materiale della strage. Una verità accertata che rafforza la legittimità della memoria e della giustizia repubblicana.

Nel suo intervento, il Presidente ha ricordato con forza che la democrazia italiana è “espressione di una comunità coesa”, in grado di respingere chi ha tentato di seminare terrore e sovvertire le istituzioni. Un passaggio che definisce, con nettezza, il senso profondo della resilienza democratica del nostro Paese.

Non si possono tollerare ambiguità

Il riferimento implicito a talune ambiguità ancora presenti nel dibattito pubblico non è passato inosservato. Le parole del Capo dello Stato contrastano infatti con dichiarazioni recenti provenienti da ambienti della destra, che continuano a mettere in discussione le sentenze della magistratura.

Emblematico il caso dell’ex portavoce del Presidente della Regione Lazio, Marcello De Angelis, e non meno significativa l’assenza, da parte della Presidente del Consiglio, di un’assunzione chiara e inequivoca sulla responsabilità politica dell’eversione neofascista. L’insistenza su una “verità da cercare” può rischiare di indebolire quella già conquistata con anni di battaglie civili e processi faticosi.

Il Quirinale come custode della memoria repubblicana

Anche per questo, il ruolo del Presidente Mattarella appare oggi più che mai essenziale: garante dei valori costituzionali, riferimento morale in un tempo segnato da incertezze, custode di una memoria che non si piega alla retorica né alle revisioni interessate.

Il suo intervento del 2 agosto conferma quanto la funzione del Quirinale sia centrale nel mantenere viva la tensione etica della democrazia italiana. Il ricordo della strage di Bologna non è solo un esercizio commemorativo, ma un impegno quotidiano per la giustizia, la verità e la libertà.