Haaretz — storico quotidiano israeliano, noto per le sue posizioni liberal e per l’attenzione alle questioni diplomatiche e dei diritti umani — riporta che la leadership politica israeliana sta valutando la possibilità di annullare o ritardare il piano di conquista di Gaza City, obiettivo militare da settimane al centro delle operazioni dell’IDF, se Hamas accettasse di fare concessioni significative. La decisione, tuttavia, dipenderebbe dalla disponibilità del movimento islamista a impegnarsi concretamente nei negoziati e a garantire il rilascio di un numero consistente di ostaggi.
Scetticismo sulle possibilità di intesa
Secondo lo stesso quotidiano, fonti israeliane interne al dossier ritengono “scarse” le probabilità di superare le divergenze ancora aperte. Hamas, per parte sua, condiziona ogni passo avanti alla cancellazione del piano di conquista di Gaza City, considerata un’operazione ad alto impatto simbolico e strategico. Le richieste palestinesi includono anche la cessazione delle operazioni militari su tutta la Striscia e non solo nella capitale amministrativa.
La mediazione del Cairo
A muovere i fili della trattativa è, in queste ore, Khalil al Hayya, capo negoziatore di Hamas, giunto al Cairo per incontri con l’intelligence egiziana. L’obiettivo è rilanciare il canale negoziale tra Hamas ed Egitto, con la partecipazione indiretta di mediatori qatarioti e statunitensi. Sul tavolo c’è un cessate-il-fuoco “estensivo”, che includerebbe la sospensione prolungata delle operazioni israeliane e un pacchetto di scambi di prigionieri. Le distanze maggiori riguardano la sequenza delle misure e le garanzie internazionali per l’attuazione.
Un contesto di pressioni incrociate
L’indiscrezione arriva a poche settimane dal fallimento dell’ultimo round di colloqui e mentre si moltiplicano le pressioni interne e internazionali sul governo Netanyahu. Nel gabinetto di guerra israeliano emergono differenze di linea: Netanyahu sarebbe aperto a valutare un compromesso se Hamas desse segnali concreti, mentre il ministro della Difesa Gallant resta contrario a qualsiasi rinuncia militare senza un chiaro progresso sul disarmo del movimento islamista.
Sul fronte internazionale, Stati Uniti e Unione Europea spingono per un accordo che stabilizzi la situazione a Gaza e faciliti l’accesso degli aiuti umanitari. Ma, al momento, il percorso resta incerto e fortemente condizionato dall’evoluzione sul campo.