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martedì, 19 Agosto, 2025
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Pippo Baudo e la morte di un Paese

La sua scomparsa ha addolorato quelli d’Italia che sono seguaci di televisione. Se ne stanno magnificando le doti anche per le sue qualità di saper stare nella medietas, dove sembra circoli la virtù.

Un modo democristiano, il suo, di gestire lo spettacolo oltre la capacità di saper essere paludato quando occorre e di indicare una direzione di marcia alla bisogna. Ha scoperto talenti e non si è accontentato di ciò che passava il convento per quieto vivere e per rimanere saldo al posto di comando.

Quando è stato necessario, ha mandato quel paese il potere nella persona di Enrico Manca, Presidente della RAI, che lo accusava di essere il facitore di programmi nazional popolari.

Il vero interprete del popolo

A Manca è mancata la percezione che proprio la persona di Pippo Baudo era nazional popolare, cioè formidabile interprete dei sentimenti e della sensibilità di una società che cambiava e che lui accompagnava al cambiamento con la scorta di un portato culturale di tutto rispetto.

Pippo Baudo non si accontentava dell’audience ma passo dopo passo inseriva nei suoi format, alla maniera di Alberto Manzi, passaggi sempre più impegnativi di interviste e riflessioni in modo di far crescere la qualità dell’ascolto e dell’ascoltatore.

Un educatore più che un intrattenitore

Non ha agito per strappi ma progressivamente, portando un gradino dopo l’altro la società ad assumere uno stile e una sostanza sempre di una qualità e un livello superiore. Esigeva, costruendolo, un ascoltatore pretenzioso e critico con cui confrontarsi pur nel tempo di svago.

Si sbaglia se si pensa che Baudo sia stato solo il grande artista in grado di intercettare l’umore degli Italiani assecondandoli con spettacoli cuciti su perfetta misura. Non è stato mai ruffiano e neppure ha strizzato l’occhio a ciò che è facile perché tanto va bene anche così.

Pippo Baudo, assai di più, è stato un “educatore” che ha condotto un paese facendo maturare una sensibilità che sembrava un tempo impensabile, usando azzardatamente e magistralmente l’arte dello spettacolo, che sembrerebbe invece la meno adatta per un’impresa del genere.

Un progetto di società evoluta

Baudo ha cambiato il paese avendo in mente un progetto di società evoluta e più attenta a temi oltre il mero fine ricreativo.

Non ha soltanto presentato un prodotto. Ha condotto una nazione nel senso di marcia di una emancipazione che non producesse resistenze. Con il cavallo di Troia della sua abilità è entrato nella guardia degli spettatori televisivi senza che fossero più in grado di opporre resistenza.

La sua è stata una azione politica non da poco a cui dovremmo inchinarci per sagacia e per gratitudine ed alla quale tutti dovremmo dargli gran merito.

Il segno indelebile di un’epoca

Dicono che abbia inventato il ruolo di “Intrattenitore”. In effetti ha tenuto ed ottenuto l’attenzione del pubblico attraverso programmi “leggeri” curati in ogni dettaglio, tanto da divenire pregevoli.

Da ultimo, non ha mai avuto bisogno di chiudere un suo show dicendo quell’orribile frase oggi di gran voga tra una reclame ed un’altra che recita: “solo una pausa di pochi secondi, restate con noi”.

L’Italia è restata automaticamente con Pippo Baudo. Quelli di oggi, del suo mestiere, non lo dimentichino se non vogliamo mandare il paese a marcia indietro.

Il monito di Carmelo Bene

Sia di monito la provocazione, al tempo, di Carmelo Bene quando diceva che il nostro “è un paese così povero di testa che per essere geni non ci vuole nulla, basta nascere”. Che i responsabili della comunicazione, dei media e dello show ne tengano sempre conto e che lavorino nel loro campo per smentirlo.