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sabato, 23 Agosto, 2025
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Riparte il campionato. Denaro, caos e passione: la Serie A non muore mai

La Serie A 2025/26 riparte tra vecchi problemi e nuove speranze: stadi obsoleti, bilanci fragili, ma anche passione, stadi pieni e un Napoli favorito con l’Inter pronta a inseguire.

Nel weekend prenderà il via il campionato di calcio 2025/26, una stagione che sembra il naturale prolungamento della precedente, quasi non fosse mai finita. Appena archiviato il campionato, infatti, ci siamo ritrovati catapultati nel Mondiale per club ideato da Gianni Infantino, presidente della FIFA e genio dei dollari facili in terra americana. Un torneo che ha garantito guadagni enormi solo ai club partecipanti, ingolfando il calendario e creando più problemi che benefici. Basti pensare al PSG, finalista a metà luglio e poi già in campo, con risultati modesti, per la Supercoppa Europea del 13 agosto. Un cortocircuito logico dove il denaro sovrasta ogni ragione, mentre gli infortuni si moltiplicano in modo esponenziale.

Con queste premesse, sabato riparte quello che un tempo era considerato il campionato più bello del mondo, oggi scivolato dietro Premier League e Liga. I nodi italiani sono sempre gli stessi: mancanza di stadi di proprietà e impianti obsoleti. Roma ne è l’esempio lampante: l’Olimpico è ancora quello delle Olimpiadi del 1960, con ritocchi risalenti al Mondiale del 1990. Una situazione indecorosa che interessa a pochi, certamente non ai politici, salvo poi lamentarsi dei mancati introiti e del divario con le altre realtà europee.

Allo scoramento della ragione si oppone l’orgoglio: l’Italia resta il Paese che si illude di avere ancora il calcio più bello, ma i grandi campioni arrivano soltanto quando la Premier e la Liga li hanno scartati o quando sono a fine carriera. Così vedremo Modric quarantenne al Milan, Dzeko trentanovenne alla Fiorentina e Sancho, rifiutato dai club inglesi, esitante da settimane davanti alla Roma.

La favola del Napoli, campione a sorpresa nello scorso campionato, resta l’emblema di un torneo capace di ribaltare ogni pronostico. De Laurentiis e Conte hanno costruito un miracolo tecnico e ora puntano a confermarsi. È proprio questa imprevedibilità, al limite dell’irrazionalità, a tenere in vita la Serie A: un campionato che resiste per passione più che per logica economica. Sold out continui, record di abbonamenti e un pubblico che trascina la media spettatori verso i 35 mila a partita. Nonostante le difficoltà strutturali, il giro d’affari della Serie A dovrebbe attestarsi, quest’anno, attorno ai 3,8 miliardi di euro, grazie soprattutto ai diritti televisivi.

Guardando al campo, il Napoli è il favorito d’obbligo, nonostante l’infortunio di Lukaku, con investimenti mirati e la solidità del duo De Laurentiis-Conte. L’Inter si presenta come principale antagonista, anche se la rosa è ancora in costruzione: il mercato chiuderà solo il 1° settembre. Subito dietro Juventus, Milan e Atalanta, tutte alle prese con i vincoli di bilancio che impongono di vendere prima di acquistare. Eccezione il Como, capace di investire oltre 100 milioni grazie alla ricchezza dei proprietari, gli Hartono, tra i più facoltosi al mondo.

Tra i colpi principali del mercato estivo spiccano Sam Beukema, passato dal Bologna al Napoli per circa 31 milioni, e il brasiliano Wesley, acquistato dalla Roma dal Flamengo per una cifra simile. Non tutte però hanno potuto muoversi: la Lazio, ad esempio, è bloccata dal mancato rispetto di tre parametri finanziari fissati dalla FIGC (indice di liquidità, indebitamento e costo del lavoro allargato).

Sul fondo resta lo spettro della nazionale: la qualificazione ai Mondiali americani è ancora in bilico e, con ogni probabilità, passerà dallo spareggio della sfida di ritorno contro la Norvegia. Un’altra mancata partecipazione sarebbe clamorosa, ma non impossibile. A questa sfida si penserà in primavera: per ora c’è il campionato, con il suo carico di speranze, illusioni ed entusiasmi. Tutti partono con i migliori propositi… ma, come sempre, saranno le prime sconfitte a raccontarci la verità. Ora, finalmente, spazio al campo.