Il premier britannico Keir Starmer intende annunciare oggi il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina. La notizia, anticipata da più fonti giornalistiche e circolata con insistenza nelle ultime ore, rappresenterebbe una svolta non soltanto per la politica estera del Regno Unito, ma anche per l’intero equilibrio del Medio Oriente.
Un gesto dal forte peso simbolico
Il contesto è drammatico. Dopo mesi di guerra a Gaza, con migliaia di vittime civili e un conflitto che ha superato i confini regionali coinvolgendo Hezbollah e gli Houthi, la comunità internazionale cerca un appiglio per riaprire la via diplomatica. Il riconoscimento della Palestina da parte di Londra sarebbe – ma forse possiamo abbandonare il condizionale – un gesto politico di grande peso: il Regno Unito, che con la Dichiarazione Balfour del 1917 pose le basi per la nascita dello Stato di Israele, potrebbe ora assumersi la responsabilità di bilanciare la sua storia sostenendo il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione.
Le possibili conseguenze per l’Europa
La mossa di Starmer, se confermata, avrà conseguenze a catena. L’Europa, finora divisa e titubante, potrebbe essere spinta a un’iniziativa comune. Non mancheranno però resistenze, soprattutto da parte di chi teme che un atto unilaterale finisca per indebolire la sicurezza di Israele e alimentare le posizioni più radicali.
Trump messo all’angolo
La visita di Donald Trump a Londra, segnata da uno sfarzoso cerimoniale e da onori regali, aveva offerto l’immagine di perfetto allineamento con il Regno Unito. Ma l’annuncio di Starmer, in aperta controtendenza, appare come uno schiaffo simbolico che ridimensiona il valore attribuito al cerimoniale. La Gran Bretagna si muove su una linea autonoma, ben distante dalla linea di totale copertura offerta da Trump all’alleato israeliano.
Un problema in più per la Meloni?
Per il Regno Unito la decisione appare anche come un atto di coerenza nel dibattito di politica interna. I laburisti hanno sempre avuto una forte componente filo-palestinese e Starmer, dopo aver preso le distanze dall’antisemitismo dell’ala corbyniana, cerca evidentemente di ricompattare il partito. Più ancora, mira a ridare a Londra un ruolo di mediazione in Medio Oriente, recuperando spazio nei rapporti con i Paesi arabi.
Dunque, se oggi Starmer annuncerà davvero il riconoscimento della Palestina, la storia potrà registrare un gesto destinato a pesare ben oltre i confini del Regno Unito. Per l’ItaIl presidente della Repubblica ha fatto visita ieri alla chiesa metodista di via Firenze, a Roma. Un luogo che racconta una storia di dialogo, laicità e crescita civile.
lia di Giorgia Meloni, che ha scelto la cautela per assecondare Washington, il rischio è di trovarsi sostanzialmente ai margini di una dinamica europea che vede già da settimane la Francia e la Spagna a sostegno dello Stato palestinese. Può contare sul cancelliere Merz, ma per quanto tempo ancora? Anche la Germania prima o poi si muoverà.