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sabato, 27 Settembre, 2025
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Il modello policentrico di Thunder tra pluralismo e sussidiarietà

La riflessione di Flavio Felice su Avvenire rilancia il pensiero di David Thunder: una repubblica fondata su autonomie plurali, sussidiarietà orizzontale e verticale, come antidoto al centralismo statale. Analogie con Sturzo.

In un articolo apparso l’altro ieri su Avvenire, Flavio Felice prende spunto dal recente libro di David Thunder The Polycentric Republic. A theory of Civil Order for Free and Diverse Societies (Routledge), vincitore del Premio Ratzinger 2025, per proporre una riflessione sul futuro delle democrazie. 

Al centro, l’idea di una “repubblica policentrica” che si contrappone allo Stato sovrano moderno, troppo spesso tentato da un controllo pervasivo della società civile. «Lo Stato sovrano moderno, sebbene non eserciti un controllo perfettamente supremo e completo sull’ordine civile, è animato da un’ideologia dell’ordine profondamente problematica», scrive Felice, ricordando come i funzionari pubblici tendano a «esercitare un’influenza sproporzionata sui cittadini e sulle associazioni».

Dalla plurarchia di Sturzo alla sussidiarietà

Flavio Felice accosta il policentrismo di Thunder alla “plurarchia” elaborata da Luigi Sturzo durante l’esilio londinese: la coesistenza di centri sociali diversi, autonomi, capaci di dialogo o conflitto, ma liberi dall’assorbimento da parte dello Stato. È in questo contesto che assume forza la sussidiarietà, sia orizzontale – armonica ripartizione di compiti tra pubblico e privato – sia verticale – distribuzione chiara delle competenze tra i diversi livelli territoriali.

Un federalismo radicale

La repubblica policentrica diventa così un progetto di federalismo avanzato, che riconosce l’autonomia delle istituzioni locali e valorizza le associazioni non territoriali: famiglia, scuola, impresa, comunità religiosa. Tre, secondo Felice, le caratteristiche decisive: «il rifiuto definitivo della sovranità statale e centralizzata; il riconoscimento dell’autonomia delle istituzioni politiche locali; il riconoscimento dell’autonomia delle organizzazioni e delle istituzioni non territoriali».

Una sfida per l’Europa

Felice colloca questa visione nella tradizione di pensatori come Hayek, Ostrom e McIntyre. Non si tratta di una fuga dall’ordine civile, bensì di un modo per rafforzarlo, opponendosi a ogni deriva centralista. La “repubblica policentrica” è, in definitiva, un laboratorio politico e culturale che rilancia il pluralismo come antidoto a nuove forme di assolutismo e come occasione di bene comune.