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lunedì, 29 Settembre, 2025
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Barak contro Netanyahu: “Israele non coincide con questo governo”.

L’ex premier israeliano a “In Mezz’ora” denuncia la debolezza dell’attuale esecutivo. Netanyahu è più attento alla sua sopravvivenza che alla sicurezza del Paese. Intanto Trump annuncia una svolta in grado di stabilizzare l’intero Medio Oriente.

Israele non va confuso con Netanyahu. È questo il messaggio forte che Ehud Barak, ex primo ministro e generale dell’esercito, ha rilanciato nell’intervista rilasciata ieri a Monica Maggioni durante “In Mezz’ora” su RaiTre. Una presa di posizione che aggiorna e rafforza la linea critica già più volte espressa dall’ex premier, sempre più netta alla luce della prosecuzione della guerra e del crescente isolamento politico di Tel Aviv.

Un governo senza legittimità

“Il governo Netanyahu è illegittimo da più di un anno e non è indipendente, deve ascoltare molto bene ciò che dice Trump”. Con queste parole Barak ha accusato l’attuale leadership di non difendere la sicurezza di Israele ma di servire soltanto a garantire la sopravvivenza politica del premier. Per l’ex capo di governo, il Paese rischia di trovarsi prigioniero delle convenienze personali di un uomo piuttosto che di una strategia condivisa.

Il peso degli alleati radicali

Barak non ha mancato di puntare il dito anche contro i partner più estremisti della coalizione, da Itamar Ben-Gvir a Bezalel Smotrich, responsabili a suo avviso di condizionare pesantemente le scelte strategiche. Un fattore che rende il governo incapace di definire obiettivi chiari e di riaprire un percorso politico con i palestinesi. La paralisi interna, avverte Barak, è il vero tallone d’Achille di Israele.

Una voce che conta ancora

Barak, non più ai vertici del potere, conserva tuttavia prestigio e influenza. La sua è una voce importante, che rafforza le attese di pace e sottolinea l’urgenza di una svolta. Attese rese più vive anche dalle dichiarazioni di Donald Trump nelle ultime ore circa la possibilità di giungere a un accordo di pace in un quadro di stabilità per tutto il Medio Oriente. 

L’augurio di una svolta imminente e decisiva

In questo quadro resta aperta la vicenda della Flotilla, che prosegue la sua avventura con il rischio di gravi incidenti, non si sa fino a che punto controllabili. Proprio per questo l’auspicio di Barak – condiviso da molti osservatori – è che gli sforzi della diplomazia pieghino l’oltranzismo di Netanyahu e che Israele accolfa la prospettiva di un equilibrio capace di assicurare sicurezza e prospettiva di pace.