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mercoledì, 1 Ottobre, 2025
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Fallita l’opa di Putin, la Moldavia resta in Europa  

La vittoria del partito di Maia Sandu segna una conferma della scelta filoeuropea del Paese, nonostante i tentativi di brogli, i finanziamenti occulti e la pressione del Cremlino.

Precedute e accompagnate da un clima di tensione e di attesa per l’esito del voto, si sono svolte in Moldavia le elezioni per il rinnovo del Parlamento nazionale. Ad urne chiuse il Partito d’azione e solidarietà guidato dalla Presidente del governo uscente Maia Sandu ha ottenuto il 50,03 % dei voti doppiando il Blocco patriottico filorusso di Igor Dodon, fermatosi al 24,26 %. Secondo le prime proiezioni il PAS otterrebbe 53 seggi, mentre le opposizioni 48, con il Blocco Patriottico a 27 seggi e Alternativa a 9. Il Partidul Nostru avrà 6 seggi, come Democratia Acasa. In teoria, in un Parlamento di 101 seggi, il partito filoeuropeista disporrebbe di una maggioranza in grado di formare un nuovo governo orientato a mantenere la Moldavia ancorata all’Europa.

Brogli, hacker e proteste

Le votazioni si sono svolte in un clima condizionato da tentativi di brogli e da attacchi hacker. Ad urne ancora aperte, il leader filorusso Dodon — già Presidente fino all’elezione di Maia Sandu nel 2021 — aizzava i suoi a organizzare una manifestazione di protesta per il giorno successivo, allo scopo di invalidare il voto e chiedere nuove elezioni.

Il pressing di Putin su queste votazioni è stato massiccio e disinvolto, con emissari e finanziatori inviati a condizionare il voto in un Paese di poco meno di due milioni e mezzo di abitanti e con un’economia fragile, ma che il risultato ha mostrato tenacemente orientata verso l’integrazione europea. Alla vigilia del voto le autorità giudiziarie avevano scoperto un giro di 600 mila euro provenienti da Mosca, destinati a rafforzare il fronte filoputiniano.

Continuità filoeuropea

La capitale Chisinau dovrebbe quindi ospitare un governo di continuità, deciso a recidere i legami che un tempo soggiogavano il Paese all’URSS fino al 1991. Un esito opposto a quanto auspicato da Putin, che avrebbe voluto una Moldavia satellite della Russia, utile ad aprire un corridoio verso l’Ucraina da Odessa e dalla Transnistria, fino alla Romania. Anche ipotizzando la necessità di includere il Blocco alternativo (BeA), filoeuropeista e conservatore, Sandu dovrebbe riuscire a formare un governo stabile, orientato all’Europa e al libero mercato.

Il voto è stato accolto con favore a Bruxelles. Kaja Kallas, alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, ha dichiarato: «Il voto della Moldavia è un chiaro sì a un futuro europeo. Nonostante i massicci sforzi della Russia per diffondere disinformazione e comprare voti, nessuna forza può fermare un popolo impegnato per la libertà. Siamo al fianco della Moldavia nel suo percorso verso l’Ue».

La strategia russa

Le mire espansionistiche di Putin non conoscono tregua. L’operazione Zapad 2025 e i sorvoli militari nei cieli dei Paesi Ue e NATO confermano il vero obiettivo: l’espansione verso l’Europa. Come osserva Paolo Mieli in un editoriale sul Corriere della Sera, l’Europa sta dimostrando una sorprendente capacità di resilienza, malgrado resti diffuso un atteggiamento negazionista che minimizza rischi ed evidenze.

Le parole di Lavrov, che evoca «conseguenze» in caso di abbattimento di aerei russi oltre frontiera, suonano paradossali: come se i sorvoli nei cieli esteri, la presenza di petroliere camuffate per ospitare droni e la devastazione dell’Ucraina fossero tollerabili. Una sfrontatezza che il mondo libero non può più permettersi di ignorare.