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giovedì, 2 Ottobre, 2025
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Come costruire l’alternativa alla destra

Senza il ritorno al proporzionale e senza la ricomposizione del centro, l’Italia resterà imprigionata nel bipartitismo forzato che consegna il Paese alla destra meloniana.

La prima verifica elettorale del voto regionale delle Marche ha dimostrato che un “campo largo”, che tenti di costruire un’alternativa alla destra con le sole componenti di sinistra, è destinato a fallire. Senza il contributo di un centro nuovo della politica italiana, ampio e plurale di ispirazione democratica, popolare, liberale, repubblicana e riformista, non nasce una nuova maggioranza e senza di esso non si favorisce il ritorno al voto dei renitenti.

La necessità del ritorno al proporzionale

La condizione preliminare, però, è il ritorno alla legge elettorale proporzionale senza la quale difficilmente la ricomposizione al centro potrà avvenire. Dal mattarellum al rosatellum, i diversi sistemi di tipo maggioritario hanno favorito e continueranno a favorire il mantenimento di un bipartitismo forzato destra-sinistra e a conservare la frantumazione al centro.

I risultati li abbiamo visti: disaffezione al voto di elettrici ed elettori che non trovano risposte ai loro interessi e valori dall’attuale offerta politica, e una situazione assurda nella quale la maggioranza di una minoranza del corpo elettorale può conquistare, come nel settembre 2022, il pieno controllo del Parlamento e del governo.

Due condizioni per unalternativa

Per tentare di contrastare questa deriva, che punta a una profonda modifica del nostro assetto costituzionale, devono costituirsi due condizioni all’interno dei poli della possibile alleanza di centro-sinistra:

  • la ricomposizione al centro, oggi diviso;
  • una modifica degli attuali assetti strategici del partito di maggioranza relativa a sinistra.

Le imminenti elezioni regionali in diverse parti d’Italia saranno la cartina di tornasole della capacità di tenuta dell’attuale leadership PD, mentre resta aperto il processo di ricomposizione del centro, a partire da quella che è stata e dovrà essere una delle principali sue componenti: l’area cattolico-democratica, liberale e cristiano-sociale.

Limpegno per la ricomposizione del centro

A tale progetto dedico da molto tempo il mio interesse, non solo giornalistico, ma da “osservatore partecipante”, insieme agli amici di Iniziativa Popolare, con i quali abbiamo attivato la raccolta firme delle due LIP (Leggi di Iniziativa Popolare) per il ritorno alla legge proporzionale con preferenze e l’introduzione del sistema del cancellierato modello tedesco. Questo in alternativa all’ircocervo meloniano del premierato, autentico grimaldello per stravolgere la repubblica parlamentare disegnata dai padri costituenti.

Un centro senza velleità personalistiche

Senza la presa di coscienza da parte di tutte le forze democratiche che credono nella Costituzione repubblicana della necessità del ritorno alla legge proporzionale, il mantenimento dell’attuale rosatellum potrà garantire solo il potere di nominare candidati ai maggiorenti di partito.

Così la Meloni rafforzerà il suo dominio e la Schlein resterà nella condizione minoritaria e insufficiente sperimentata finora, anche con il “campo largo” della sola sinistra. Analogamente, nell’area di centro, senza l’abbandono delle velleità personalistiche dei soliti noti — interessati più a garantirsi una candidatura sicura che a favorire la ricomposizione — il dominio della destra meloniana continuerà a perpetuarsi.

Una base valoriale per ripartire

Nei principi della dottrina sociale cristiana e nella difesa dei valori costituzionali risiedono le basi per il progetto di ricomposizione politica della nostra area. Su di essi si dovrà ripartire, per inverarli nella nuova situazione complessa interna e internazionale, puntando a saldare gli interessi dei ceti medi produttivi con quelli delle classi popolari e difendendo senza esitazioni gli articoli 1, 3 e 35 della Carta costituzionale.

Le prossime elezioni regionali e comunali potrebbero diventare l’occasione per attivare, nelle diverse realtà, liste unitarie della nostra area, fondate sulla fedeltà a tali principi. Agli amici più autorevoli in sede nazionale e territoriale il compito di impegnarsi per favorire il progetto, nella consapevolezza di concorrere — come i cattolici italiani hanno fatto da oltre un secolo — all’interesse del Paese.