Con l’approvazione definitiva della legge che istituisce il 4 ottobre come Festa Nazionale, la Repubblica Italiana compie un gesto di straordinario valore simbolico e culturale.
Riconosce in San Francesco d’Assisi non solo il Patrono spirituale della Nazione, ma una figura universale, capace di parlare con forza tanto alla coscienza religiosa e quanto a quella civile del Paese.
San Francesco rappresenta un punto d’incontro alto e nobile tra la dimensione etica, spirituale e istituzionale dell’Italia. Il suo messaggio — fatto di pace, fraternità, rispetto per il Creato, giustizia sociale e amore per gli ultimi — trascende i confini confessionali e si offre come fondamento morale comune, in un tempo segnato da smarrimenti, polarizzazioni e crisi globali.
Una scelta di civiltà
In un’epoca in cui la politica è spesso dominata dallo scontro violento e dalla contrapposizione frontale, istituire una giornata nazionale dedicata a San Francesco assume il valore di un atto profondamente controcorrente.
È un invito a ritrovare il senso della responsabilità collettiva, della cura reciproca, della convivenza fondata su valori condivisi.
Francesco d’Assisi, uomo del dialogo e della pace, seppe criticare con radicalità i modelli del suo tempo, opponendo alla logica del potere e del possesso la forza mite della parola, dell’amore evangelico, della povertà scelta e vissuta come libertà.
Il Francesco civile
La sua testimonianza attraversa i secoli e parla oggi con una straordinaria attualità a un’Italia in cerca di coesione e di visione. Non è soltanto il “Francesco religioso” a interpellarci, ma anche — profondamente — il “Francesco civile”, che anticipa i principi fondanti della nostra Costituzione.
In lui si riflettono l’idea della centralità della persona, il rifiuto della violenza, il senso di giustizia, la responsabilità verso la natura e la comunità. San Francesco si presenta così come una radice profonda della nostra identità nazionale, una sintesi armonica di spiritualità, idealità e impegno concreto.
Una visione dell’Italia fondata sui valori
Rendere il 4 ottobre Festa Nazionale non significa soltanto commemorare una figura storica, ma riaffermare una visione dell’Italia fondata su una civiltà dei valori.
È un’occasione per riflettere — come cittadini e come comunità — su ciò che ci tiene uniti, su ciò che può orientare il nostro vivere comune, sulle sfide che attraversano il nostro tempo: la solitudine sociale, le diseguaglianze, la crisi ecologica, la perdita di senso.
San Francesco è un simbolo di unità in un Paese che spesso fatica a riconoscersi in riferimenti condivisi. Non appartiene a una parte, ma a tutti: credenti e non credenti, giovani e anziani, italiani di nascita e di adozione.
In lui trovano voce l’umanità dolente e la speranza di chi costruisce, ogni giorno, il bene comune.
Un giorno di consapevolezza nazionale
Il 4 ottobre non sarà, dunque, un semplice giorno festivo, ma un tempo di consapevolezza nazionale. Un giorno in cui l’Italia si riconosce nella sua parte migliore, quella capace di coniugare spiritualità e laicità, radici e futuro, diritti e doveri.
In San Francesco, la politica ritrova l’ispirazione di un servizio autentico, che mette al centro la persona e la comunità.
La religione trova un testimone credibile della fede che si fa dialogo, pace, fraternità.
E la Repubblica italiana, con questa scelta, afferma che le grandi figure del passato possono ancora orientare il cammino del presente e indicare una direzione al futuro.
Celebrare il 4 ottobre come Festa Nazionale significa, in definitiva, richiamare la Nazione alla sua vocazione più alta: essere comunità di destino, fondata sulla dignità della persona, sul rispetto del Creato e sulla fraternità tra i popoli.
In un mondo segnato da divisioni e da incertezze, San Francesco continua a indicare la via della speranza, della giustizia e della pace.