Diciamoci la verità. Siamo di fronte ad una crisi di governo surreale, grottesca, misteriosa e, purtroppo, anche pericolosa. Del resto, è appena sufficiente osservare ciò che ci circonda quotidianamente, senza parlare o commentare. La pandemia continua a correre e a mordere l’intero paese nelle sue varie sfaccettature; la disoccupazione e l’inoccupazione aumentano vertiginosamente in attesa dello sblocco dei licenziamenti; la questione sociale è destinata inesorabilmente ad esplodere. E noi assistiamo a che cosa? Ad una crisi di governo che non si sa, ad oggi, come finirà e quale sarà il suo epilogo finale. L’unica cosa che sappiamo è che questa crisi surreale e grottesca è stata provocata dal capo di un piccolo partito personale che, grazie alla sua consueta spregiudicatezza e al suo trasformismo, ha deciso di bloccare l’Italia per un tempo ad oggi non prevedibile. E sin qui, sono tutte cose sufficientemente note per essere ulteriormente approfondite.
Ora, l’unico elemento che resta – anche qui misteriosamente – senza risposta è questo: e cioè, ma è possibile che in questa crisi sempre più surreale non riesca ad esserci una bussola politica capace di orientare e di indirizzare l’intero dibattito? E, soprattutto, di costruire una prospettiva chiara e stabile per il sistema Italia soprattutto in questa fase? Certo, per fortuna abbiamo un Presidente della Repubblica che si chiama Sergio Mattarella. Ma sarebbe troppo pretendere che il nostro Presidente risolva, da solo, tutti i problemi che ha di fronte e sciolga direttamente tutti i nodi sempre più intricati e complessi della politica italiana. Tuttavia, il suo contributo, sempre autorevole e di grande saggezza nonchè accompagnato da un rigoroso rispetto delle norme costituzionali, resta ad oggi l’unico faro che ci illumina e pressochè l’unico punto di riferimento per tutti gli italiani unanimemente riconosciuto come tale.
Ma quello che sconcerta, a tutt’oggi, resta la difficoltà strutturale di individuare qualche partito – ovviamente di maggioranza – e qualche autorevole esponente di quel campo politico capace di districare la matassa. E quello che sconcerta, al di là delle dichiarazioni protocollari e burocratiche, resta il silenzio sostanziale e l’incapacità di guidare i processi politici da parte del Pd. Dei 5 stelle è inutile parlarne perchè hanno, come ormai tutti sanno, un solo e grande obbiettivo.
E cioè, conservare il seggio parlamentare il più a lungo possibile, continuare a percepire il lauto stipendio a fine mese e non mollare i ruoli di potere occupati sino ad oggi. Ma la domanda riguarda e investe direttamente il Pd, antico partito riformista con una spiccata vocazione governista e di potere. Come è possibile che, di fronte alla spregiudicatezza e al cinismo del capo di Italia Viva, non riesca ad assumere una iniziativa politica in grado di dettare l’agenda senza limitarsi a giocare o alla rincorsa o al rimorchio? Com’è possibile che sia la gestione trasformistica del capo di Italia Viva a dettare la linea e a tenere l’Italia bloccata da ormai quasi 2 mesi?
Certo, tutti sappiamo che Renzi, da segretario del Pd, ha nominato direttamente moltissimi parlamentari di stretto giro renziano. Ecco perchè la domanda centrale è una sola, persin banale: ma quanti “renziani” ci sono ancora nel Pd, al di là delle chiacchiere a vuoto e delle rituali dichiarazioni di fedeltà al Pd di Zingaretti? È una domanda, questa, che comincia a circolare pesantemente e che, purtroppo, non riesce ad avere una risposta adeguata e pertinente. E, non a caso, non si assiste da parte dei renziani di varia estrazione attualmente nel Pd prese di posizione nette e chiare contro chi ha provocato maldestramente questa crisi e che, certi come adesso siamo a gennaio, continuerà ad essere puntualmente un elemento destabilizzatore o rottamatore. A seconda di come lo si giudichi.
Ecco, o c’è qualcuno capace, adesso, di attivare una iniziativa politica che sia in grado di sbloccare questa intricatissima situazione superando e aggirando l’ipoteca di Renzi sui cosiddetti “renziani” del Pd oppure dovremmo ancora assistere a lungo a questa azione di distruzione pianificata a dal capo di Italia Viva. Con danni incalcolabili per l’intero paese che, è sempre bene non dimenticarlo mai, vive una stagione drammatica di crisi, di depressione, di paura, di disoccupazione e di povertà crescente. Altrochè Renzi e i renziani…