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martedì, Febbraio 11, 2025
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A cosa serve un’informazione televisiva settaria?

Qual è la vera motivazione dei talk di approfondimento giornalistico che diventano dei luoghi di pura ed ostentata propaganda di natura politica e partitica? I pasdaran della faziosità ce lo dovranno spiegare.

C’è una domanda a cui, francamente, non riesco a dare una risposta seria e convincente. E cioè, ma a che cosa serve una informazione – parlo dei vari talk di approfondimento politico che ogni giorno inondano i programmi televisivi sulle varie emittenti pubbliche e private – smaccatamente settaria pur dando per scontato che ogni conduttore, e del tutto legittimamente, ha le sue precise convinzioni politiche? Ma come può essere credibile una trasmissione che, al di là degli ascolti dei tifosi, assomiglia ad una sorta di ‘curva sud’ di uno stadio italiano? E, per fare un esempio

concreto e più dettagliato, perchè i talk de La 7 al mattino sono modelli di pluralismo, di vero giornalismo di approfondimento e di reale e fecondo confronto democratico tra le varie parti in causa mentre alla sera, sulla medesima emittente, diventano modelli di straordinaria faziosità e settarismo politico? Direi quasi oltre ogni limite, al punto che la presenza di una voce diversa – e di una sola, sia chiaro – appare quasi estranea ed esterna rispetto al coro che la accompagna.

Insomma, una propaganda martellante, strisciante, del tutto ideologica e smaccatamente faziosa. Qual è il progetto e la ratio di una informazione così duale? E così alternativa nella stessa giornata?

Nel servizio pubblico radiotelevisivo, come ovvio ed evidente, la smaccata partigianeria politica e di schieramento non va di moda. Anzi, è semplicemente impraticabile. Da sempre. Certo, esistono delle cosiddette ‘zone franche’ che rispondono ad altri criteri che restano, comunque sia, misteriose sotto il profilo della normativa in vigore. Parlo, ad esempio, dell’attuale trasmissione Report dove il tradizionale giornalismo di inchiesta, sempre utile e necessario, è stato platealmente sostituito da un format che risponde ad un preciso, evidente, oggettivo e smaccato obiettivo politico e di schieramento. E cioè, attaccare settimanalmente personaggi, partiti ed esponenti politici riconducibili all’attuale coalizione di governo. Ma, come ovvio e per fortuna, è solo un’eccezione e non la regola dell’informazione e del giornalismo del servizio pubblico radiotelevisivo. Sul versante Mediaset, come anche per la RAI e per la programmazione mattutina de La 7, gli approfondimenti politici rispondono a criteri di vero ed autentico pluralismo. Da Bianca Berlinguer a Del Debbio a Porro il pluralismo delle opinioni è sempre rispettato, al netto delle convinzioni politiche dei singoli conduttori. Un esempio a parte riguarda la trasmissione di Mario Giordano che, al pari di Report sulla Rai, risponde ad altri criteri e fa capo a sè. Per quanto riguarda il canale Nove è evidente anche ai sassi che si tratta di una emittente che, sotto il profilo politico, è nettamente schierata e il pluralismo delle opinioni è un puro optional. Si tratta, almeno così pare ascoltando le varie trasmissioni, forse dell’emittente per eccellenza del partito populista dei 5 Stelle.

Ma, al di là delle varie modalità organizzative e politiche delle diverse emittenti televisive, resta un dato di fondo a cui prima o poi occorrerà pur dare una risposta. E cioè, qual è la vera motivazione dei talk di approfondimento giornalistico che diventano dei luoghi di pura ed ostentata propaganda di natura politica e partitica? Detto con altre parole, passa da questa modalità la strada per un recupero di credibilità della politica e, soprattutto, per rafforzare la qualità della nostra democrazia? Sono la propaganda, il settarismo, la faziosità e la ridicolizzazione del nemico politico la nuova frontiera di parte del giornalismo televisivo italiano? I pasdaran della faziosità e del settarismo politico e giornalistico prima o poi, questo, ce lo dovranno spiegare.