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venerdì, 6 Giugno, 2025
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A Milano per la pace, a Milano per ripartire dal centro

L’incontro del 6 giugno è un’occasione preziosa per chiedere la fine della guerra in Medio Oriente, ma anche per far emergere, al centro degli schieramenti politici, una leadership plurale capace di unire i riformisti italiani.

L’intento dell’incontro del prossimo 6 giugno a Milano è chiaro: manifestare per la pace in Terra Santa, portare avanti la soluzione cosiddetta di “due popoli, due Stati”, rifiutare ogni forma di violenza perpetrata da entrambi i fronti, chiedere la fine dei bombardamenti contro i civili a Gaza e la liberazione immediata di tutti gli ostaggi, condannare l’antisemitismo, prendere le distanze dal governo di Tel Aviv e continuare ad esprimere solidarietà al popolo israeliano, continuare a condannare i terroristi di Hamas e rafforzare l’autorità pacifica dell’Anp.

Sono tutti nobili ed importanti obiettivi che speriamo un giorno di non dover più ripetere. È un peccato, però, che su questi obiettivi non si sia potuto trovare un terreno comune per una manifestazione unitaria a prescindere dal colore politico; tuttavia, questa distinzione offre almeno due occasioni.

 

Insieme si può contare

La prima è per tutti i partecipanti: in elenco alfabetico per non fare torti, Azione, Italia Viva, PiùEuropa, Riformisti del PD, Tempi Nuovi e tutte le altre associazioni o chi semplicemente sarà a Milano perché condividerà da semplice cittadino i motivi della manifestazione.

Si tratta di una delle poche occasioni in cui vertici, esponenti, iscritti o semplici elettori o potenziali elettori di realtà che ruotano intorno o nelle vicinanze del gruppo Renew Europe (gruppo dei liberali e democratici all’europarlamento) si ritrovano insieme, si parlano e condividono un palco per portare avanti ideali comuni.

È strano che non ci siano state tante altre occasioni di questo tipo; perché di ideali, obiettivi e punti programmatici in comune ce ne sono molti tra queste forze civili che raccolgono coloro i quali si ritrovano nelle idee dei cattolici popolari, dei socialisti riformisti e dei liberal democratici.

Le opportunità di incontrarsi, contarsi e parlarsi sono sempre venute meno per alcuni vecchi attriti tra leader, ma la base è sempre la stessa ed è pronta ad uno sforzo unitario. Gli elettori continuano a credere in quei valori e in quelle idee che, se portate avanti insieme, possono esser forti e centrali nel dibattito pubblico italiano, altrimenti rischiano l’irrilevanza.

Allora oltre all’importantissimo intento dell’incontro che citavo all’inizio di questo articolo, spero che uno almeno dei tanti leader, magari Calenda che guida il partito più numeroso, o Renzi che per storia personale è la figura più conosciuta, o nuove e coraggiose leve come Picierno, o uno qualunque di noi semplici cittadini, liberi e forti, si alzi in piedi e dica: vedete, insieme siamo in grado di influenzare il dibattito pubblico, e allora perché non continuare insieme a parlare agli italiani?

Di fronte ad un populismo ed un estremismo che polarizza sempre di più la politica italiana, questa manifestazione sia l’occasione perché emerga una figura carismatica di leadership in grado di riunire tutte le diverse anime del centrismo nazionale, erede delle culture che portarono avanti le esperienze dei governi centristi degasperiani.

 

Un invito alla segretaria del PD

La seconda occasione si offre in via esclusiva alla segretaria, Elly Schlein: si presenti alla manifestazione del 6 giugno a Milano, prenda in mano le bandiere di Israele e della Palestina e faccia sentire ad una parte importante dell’elettorato italiano, quello centrista e riformista, che tiene alle loro istanze, alle loro lotte e che guarda a queste realtà per costruire un’alternativa di governo a questa destra.

Ricordiamo cosa dicevano i nostri saggi avi: Carpe diem!