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martedì, 6 Maggio, 2025
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A Trento rifiorisce un’idea di democrazia sociale con il cuore in Europa

La riconferma di Ianeselli e il successo di Campobase parlano all’Italia e oltre: il popolarismo civico può ancora incidere, rigenerando il centro in chiave progressista e democratica.

Un piccolo duplice segno di speranza arriva dalle elezioni comunali a Trento. In primo luogo, il Sindaco Franco Ianeselli – alla guida di una coalizione di centro sinistra – é stato rieletto al primo turno, sconfiggendo con grande scarto di voti gli altri cinque suoi concorrenti, ivi compresi quelli sostenuti da tutti i partiti di destra (pur al governo – ahimè – della Provincia Autonoma) e dal M5S.

In secondo luogo, con il 10 per cento, Campobase (una formazione politica territoriale, nata solo un paio di anni fa sulle radici della vecchia Margherita Trentina e che si colloca nello spazio politico del “Centro che guarda a sinistra”, credendo nella rigenerazione della cultura politica del popolarismo) si è affermata come secondo partito della coalizione vincente.

É oggi il terzo partito in assoluto, dopo il PD (24 per cento) e FDI (14 per cento), sopra la Lega (6,7 per cento) e Forza Italia (4,29 per cento). Questo risultato mi pare importante non solo per il Trentino. É anche un segnale di speranza per tutte quelle esperienze politiche territoriali di ispirazione civica e popolare che oggi sono “apolidi” a livello nazionale.

Lo scorso primo marzo, a Trento, Campobase ha organizzato un incontro nazionale con molte di queste esperienze territoriali. É stato un appuntamento importante. Serve oggi, ancor più, moltiplicare iniziative di questo tipo. Perché solo mettendo in rete ciò che si sta costruendo in tanti territori sarà possibile dare speranza e concretezza all’idea di una nuova area politica nazionale che colmi un vuoto di rappresentanza evidente e drammatico nel nostro Paese.

L’alternativa è solo quella di ricercare qualche piccolo spazio dentro una opposizione che tale resterà anche nella prossima legislatura. Senza un fatto politico nuovo (nuovo per idee, classe dirigente, forma e radicamento territoriale della rappresentanza) la svolta non ci sarà.

Lavoriamoci con generosità e senza inutili settarismi.