Più volte è accaduto in questo periodo così pieno di problemi inerenti la salute pubblica , di sentire evocata la legge 833/1978 che istituiva, ormai più di 40 anni fa, il cosiddetto Sistema Sanitario Nazionale ( SSN) e lo spirito che la permeava.
Da allora tanti cambiamenti si sono succeduti in quasi ogni aspetto della società e quindi anche in ambito socio sanitario, dove la gestione economica è diventata sempre più importante. Ora, se è vero che la spesa del SSN è progressivamente aumentata nel tempo, è altrettanto vero che risparmiare solo eliminando ( personale, investimenti, progetti )è forse la soluzione più semplice ma non è la soluzione più intelligente
Attualmente lo sconvolgimento legato all’arrivo del Covid ci offre un’occasione storica, che sarebbe meglio non lasciarsi sfuggire (anche se le premesse non sono buone).
Quindi, ben lontano dal fornire soluzioni, vorrei solo segnalare quello che ,in 43 anni di lavoro come medico ospedaliero presso la Fondazione Maugeri, non mi è piaciuto e desidererei cambiare.
I) sburocratizzare: troppa carta per il medico e l’infermiere. Per cui togliere tutto quello che si può ed affidare il resto a personale amministrativo. Questo vale anche per il paziente che spesso non sa a chi rivolgersi e come
II) creare sinergie fra medico di famiglia, reparti diagnosi e cura , reparti riabilitativi RSA , servizi sul territorio. Questo ora non avviene anche perché manca la consuetudine per creare la quale dovrebbero essere resi obbligatori periodici confronti con le figure sopra ricordate Io stesso, ai tempi in cui lavoravo, per avere un minimo di efficienza in questo campo, ho dovuto personalmente costruirmi una piccola rete di riferimento ( ormai perduta )prima di tutto con le famiglie, i medici di medicina generale, i servizi specialistici del territorio, i servizi sociali, i gruppi di auto mutuo aiuto, con impiego di tempo e di fatica.
III) profonda revisione del rapporto pubblico – privato. In effetti oggi la sanità privata non esiste, poiché sembra strano chiamare privata un’ azienda che ha un solo cliente ( il SSN). Quindi bisognerebbe unificare la normativa, inserire il privato in un unico piano sanitario con gli stessi diritti e doveri del pubblico, penalizzare pesantemente il profit, tenendo presente che la sanità è un diritto ( come la giustizia, la difesa, la scuola ecc.) e quindi va considerato privato solo quello che il cittadino si paga interamente di tasca sua.
IV) quanto sopra riferito non esclude un contributo diretto del cittadino al pagamento del servizio, con una netta progressione a seconda del reddito.
V) potenziamento dei servizi territoriali. L’ospedale , come ogni tipo di istituzionalizzazione, è nocivo alle categorie più deboli ( anziani, bambini,disabili, psichiatrici) quindi andrebbe utilizzato con molta cautela e solo quando appare l’unica via percorribile.
VI) prevenzione. Fondamentale ma pochissimo considerata ( forse perché costa poco ). Manca alla mia esperienza e quindi non aggiungo altro
Questo, in estrema sintesi, quanto da me identificato. Ho cercato di essere chiaro e rapido e spero di esservi riuscito. Mi auguro però che la brevità non venga scambiata per superficialità e che a poche parole segua tanto, tanto lavoro.