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Andare avanti: la nuova consapevolezza di un orizzonte comune

​Se si vive appieno una crisi senza nascondersi, si può acquistare una consapevolezza nuova, più matura. Dal 4 marzo ad oggi è stata una crisi continua, ed è arrivato il momento della presa di coscienza, della crescita. Ciò implica da un lato l’aver imparato dagli errori del passato (testimonianza malinconico-reducista, pianificazione affrettata dall’alto di organigrammi e aggregazioni meramente elettorali), dall’altro l’aver compreso che il momento richiede una risposta, ora.

 

​L’appello congiunto di Costruire Insieme, Politica Insieme e Rete Bianca sembra essere una prima risposta, o quantomeno un’ultima domanda, un’ultima chiamata poco prima che suoni la fine della partita. Beninteso, la fretta è del demonio. Ma il segnale che si è dato è chiaro, e vi si deve rispondere con “ritmo” costante e deciso. L’appello chiama ad una riscossa dell’autentico spirito di comunità della casa comune che è l’Italia, a partire dalle sue vere e urgenti necessità: vera democrazia (legge elettorale vicina al popolo); coordinamento economico fra i problemi dell’occupazione, della produzione (e innovazione) e dei consumi, con preliminare lucida rinegoziazione dei vincoli europei; coesione sociale e territoriale fra Nord e Sud. Si tratta dei capisaldi prioritari per l’impostazione di un quadro d’insieme.

​La tradizione del cattolicesimo democratico urge a un salto in avanti della visione, ispira uno spirito profetico. Con tale spirito nella situazione attuale si avverte la necessità ineludibile di sforzarsi di scorgere avanti a noi un orizzonte comune, condiviso, pur nelle differenze.

Dobbiamo immaginare e proporre insieme un futuro possibile per la nostra casa comune, cominciando dalle vere priorità.

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