Contro il sovranismo un nuovo Cln

So di dirla grossa, ma coi tempi e i pericoli che corriamo devo provarci. Quando l’ascesa di Arturo Ui sembra inarrestabile, anche per i buoni uffici di agenzie internazionali e Stati stranieri, il minimo da reclamare a tutte le opposizioni, sociali, politiche, culturali è una tregua alle loro liti e una sospensione alle loro divisioni. Più ancora, è necessaria l’unità di tutte le forze democratiche, come fu nel Cln.

Questo è , a me sembra, anche il senso dell’Appello sottoscritto ieri da alcune formazioni cattoliche: Politica Insieme, Rete Bianca e Costruire Insieme. In quel documento si avverte, naturalmente, l’impronta di papa Francesco il quale, giusto ieri, nella sua intervista a Domenico Agasso de La Stampa, ha dato l’allarme. “Il sovranismo, ha detto, è un atteggiamento di isolamento” e poi, lo sguardo rivolto alle tragiche esperienze del passato, ha ricordato che il sovranismo “finisce sempre male”.

Si può pensare che Francesco sia un irriducibile pessimista e che quindi non sappia gustare appieno la fragranza del diktat salviniano: “datemi i pieni poteri”. Si può pensarla così, e in fondo è quello che finora hanno fatto in molti, fuori e soprattutto dentro il Parlamento. Nel caso tuttavia si fosse di altro parere, nel caso si creda che le parole di Francesco non siano un diverso modo di mettere paura alla gente, tipo quello usato per anni da Salvini e i suoi, allora non c’è che da mettersi in marcia.

La presa di posizione di queste formazioni cattoliche certamente non basta. Epperò sappiamo che quei timori sono condivisi da parti consistenti dell’elettorato, astenuti compresi, e da partiti e ambienti di tutt’altra ispirazione.

Le settimane che ci attendono saranno decisive, usiamo questa definizione non a caso. Conte potrebbe dimettersi prima di essere sfiduciato e già questo costituirebbe un primo intralcio all’irresistibile ascesa di Arturo Ui. Mattarella, arbitro e custode della Costituzione sotto attacco, saprà far valere i poteri che gli attribuisce la Carta.

L’errore, peggio il delitto che può commettere l’intero campo democratico, è quello di rimanere diviso. Unità è una parola che ha salvato l’Italia e l’ha fatta risorgere. Allora è stato il Comitato di liberazione nazionale.   Ora si tratta di difendere la democrazia, semplicemente, e scusate se è poco.

Ci fu un vecchio signore, tanti anni fa, che ebbe lo stesso incarico che ha oggi Sergio Mattarella. Quel signore, Sandro Pertini, che di difesa della democrazia se ne intendeva assai più di certi nostri leader, avvertì un giorno che “a brigante, brigante e mezzo!”. Questo, mi pare, è anche il sottotitolo dell’Appello delle formazioni d’ispirazione cattolica.Questo è anche quel che vogliono fare milioni di italiani di fede, cultura, origine diverse.Questo è il nostro dovere.