Atlante Treccani | Gli europei dinanzi al rischio di scontro globale.

Il dilemma di fronte al quale si trovano i Paesi coinvolti direttamente o indirettamente nel conflito russo-ucraino è come mettere fine a questa situazione che continua a riflettersi tragicamente sui civili.

[…] gli accordi di Minsk sembravano rappresentare un compromesso tra le aspirazioni imperialiste della Russia e l’esigenza dell’Ucraina di preservare la propria integrità territoriale. Il 5 settembre 2014 fu sottoscritto il primo Trattato di Minsk, articolato in 12 punti, dove Ucraina e Russia si impegnavano a garantire l’immediato cessate il fuoco bilaterale, ad agevolare la decentralizzazione del potere riconoscendo il temporaneo autogoverno locale delle regioni del Donbass e a consentire all’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) il controllo dello stato dei confini tra Ucraina e Federazione Russa.

In seguito a ripetute violazioni reciproche del cessate il fuoco, nel novembre 2014 fu avviata una seconda fase di trattative, sempre supervisionate dall’OSCE, che portò, l’11 febbraio 2015, alla firma del Trattato di Minsk II, siglato dai capi di Stato di Ucraina, Russia, Francia e Germania. Oltre a confermare quanto già espresso nella prima intesa, in esso si sollecitava una riforma della Costituzione dell’Ucraina che consentisse margini di autonomia alle regioni separatiste, e riconoscendo inoltre il pieno controllo ucraino del confine di Stato lungo la zona di conflitto e il ritiro di formazioni armate e veicoli militari stranieri. Tali accordi furono sottoscritti dai rappresentanti della Russia, dell’Ucraina e dell’OSCE, come gruppo di contatto trilaterale sull’Ucraina, e dai due rappresentanti delle regioni separatiste. Alla sottoscrizione degli accordi partecipò il Gruppo Normandia, composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Germania e Francia, che sottoscrissero una dichiarazione congiunta, inserita nell’allegato n. 2 alla risoluzione n. 2202/2015 del Consiglio di sicurezza che recepisce altresì il secondo accordo di Minsk, rendendo peraltro l’organo delle Nazioni Unite un ulteriore garante per la buona riuscita dei due accordi.

Oggi il perseguimento della pace dovrà tenere conto di quegli accordi e dell’evoluzione della situazione che si è venuta a creare. Nella conferenza che si dovrà tenere per giungere in tempi brevi ad un armistizio, il ruolo di garanti dovrebbe spettare a un rappresentante degli Stati Uniti, ad uno per i Paesi appartenenti al gruppo dei BRICS, ad uno per l’Unione Europea, ad uno per la Turchia, ad uno per la Lega Araba. Al tavolo non potranno non essere presenti i rappresentanti dell’Ucraina e della Russia. Il primo punto dovrà riguardare l’immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe dal territorio occupato dopo il 24 febbraio 2022 a cui dovrà seguire un’azione di peacekeeping affidata all’OSCE.

I punti ulteriori dovranno poi concentrarsi sulle seguenti questioni:

  1. a) impegno di Ucraina e Russia a rispettare gli esiti di un referendum per le regioni separatiste, da realizzare dopo 12 mesi dalla sottoscrizione dell’armistizio, indetto e verificato da osservatori dell’ONU e dell’OSCE;
  2. b) impegno russo a rispettare i territori della Transnistria e di tutti i Paesi confinanti, in base ai principi adottati nella Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE) di Helsinki. In particolare, Russia e Ucraina dovranno considerare inviolabili le loro rispettive frontiere e, pertanto, astenersi dal violarle;
  3. c) impegno dell’Ucraina a non entrare a far parte della Nato e impegno dell’Europa a costituire il primo nucleo di difesa europea che dovrà garantire i confini e la sovranità di ogni Paese appartenente all’Unione Europea;
  4. d) infine, la Federazione Russa dovrà destinare una parte degli asset finanziari congelati per la ricostruzione dell’

Di fronte al panorama delle macerie materiali e spirituali dell’Ucraina, il sogno dei padri fondatori ‒ Adenauer, De Gasperi, Monnet, Shuman, Spaak, Spinelli ‒ ci impone di perseguire questo obiettivo, di rendere attuali i loro valori di un’Europa riunificata e pacificata. È difficile immaginare di proseguire in questo modo e non impegnarsi ad individuare una soluzione che consenta di giungere ad un armistizio, che ci consenta di giungere alla pace.

 

[Il testo qui riproposto è la seconda parte dell’articolo pubblicato sull’Atlante di geopolitica della Treccani]

 

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https://www.treccani.it/magazine/atlante/geopolitica/rilanciare-l-europa-costruire-la-pace.html