Il Pil italiano nel secondo trimestre è stato in diminuzione (si attesta attorno al -10%), a causa degli effetti delle misure di sospensione dell’attività produttiva (soprattutto ad aprile). Gli indicatori mostrano segnali di miglioramento a partire da maggio: la produzione industriale è tornata a salire (oltre +40% rispetto ad aprile).
Allo stato attuale si prefigura una caduta del Pil del 9,5% nella media del 2020, dovuta alla contrazione in primavera, e una ripresa parziale nel biennio successivo (+4,8% nel 2021 e +2,4% nel 2022) e in uno scenario più sfavorevole, se ci saranno cioè sviluppi negativi sul fronte epidemiologico, il Pil italiano potrebbe contrarsi di oltre il 13% nel 2020 e recuperare in misura più contenuta nel 2021.
Tuttavia in questi scenari non sono considerati gli ulteriori interventi possibili con lo scostamento di bilancio proposto dal governo e con le risorse anticrisi definite in sede europea (Next Generation EU).
Fabrizio Balassone (capo del servizio Struttura economica della Banca d’Italia), nel corso dell’audizione nelle commissioni Bilancio congiunte di camera e Senato sul Piano nazionale di riforma e sulla relazione con la richiesta di scostamento. ha sottolineato che: “Per il nostro Paese inizia ora un percorso tutt’altro che agevole. Andranno delineati in tempi rapidi progetti di investimento e di riforma lungimiranti, concreti e dettagliati; soprattutto tali progetti andranno attuati senza ritardi e inefficienze. E’ la condizione per garantire l’effettivo accesso ai finanziamenti previsti dal Next Generation EU, per rilanciare la crescita e la produttività dell’economia italiana”