Roma, 5 mar. (askanews) – Elly Schlein interviene sulla Basilicata, nella regione il “campo largo” vittorioso in Sardegna rischia di andare subito in frantumi e la leader Pd vuole evitare una spaccatura renderebbe quasi impossibile la vittoria e incrinerebbe un lavoro di tessitura che ha un significato che va ben oltre la dimensione regionale. La situazione per certi versi somiglia a quella che si era creata nell’isola, ma più difficile: in campo al momento c’è Angelo Chiorazzo, imprenditore delle coop bianche, sostenuto dal Pd lucano e da Roberto Speranza, ma poco o per niente gradito praticamente a tutto il resto del “campo largo”, a cominciare da M5s. La leader Pd parlando a Bruno Vespa manda due messaggi. Il primo è rivolto a tutti i potenziali alleati: “La responsabilità di costruire coalizioni non può gravare unicamente sulla prima forza della coalizione”. Ma poi aggiunge: “Da parte nostra l’unità di una coalizione in grado di competere con le destre e vincere è la cosa che viene prima di ogni altra”.
Parole che sembrano rivolte soprattutto a Chiorazzo, che minaccia di correre comunque da solo, anche se il centrosinistra scegliesse un altro candidato. Un “Soru lucano”, in pratica che “però sarebbe molto più forte di Soru”, commenta preoccupato un parlamentare Pd.
Sabato scorso si è sfiorata la rissa nella direzione Pd lucana convocata proprio per affrontare la questione, con i due inviati dalla Schlein – Igor Taruffi e Davide Baruffi – che cercavano appunto di convincere il partito locale che l’unità della coalizione viene prima di ogni altra cosa. I due alla fine hanno dovuto abbandonare la riunione tra urla e insulti, con Taruffi che predeva atto: “Così non ci sono le condizioni per continuare”.
Il fatto è che oggi Chiorazzo ha rilanciato: “Io non mi ritiro, stiamo lavorando alle manifestazioni c’è un numero di persone che non si vedeva da 30 anni. Cinquestelle o no, io rimango ricandidato”. L’imprenditore conta di riuscire a convincere almeno Avs, Azione, Più Europa, lasciando così solo M5s a dire no. Anche per questo Schlein ha invitato tutti – anche M5s – ad “assumersi la responsabilità” di tenere unito il fronte.
La chiosa finale della leader Pd fa capire quale sarà il tentativo dei prossimo giorni, la Schlein cercherà di individuare la soluzione capace di raccogliere il consenso più largo possibile, per poi provare a convincere chi dovesse ancora minacciare una corsa solitaria. Qualcuno ipotizza anche di rilanciare l’idea delle primarie, che M5s in Sardegna non ha voluto, ma che ha accettato a Bari. Di sicuro, la leader Pd non vuole rassegnarsi ad una spaccatura.