Benedetto XVI, un nuovo ordine mondiale secondo principi di sussidiarietà e solidarietà.

Papa Ratzinger e l’economia umana. Di seguito la parte finale (il link a fondo pagina consente di accedere al testo integrale) dell’editoriale di Flavio Felice pubblicato sull’ultimo numero di prospettivapersona.it

[…] La prospettiva economica di Benedetto XVI si inserisce nella cornice di un nuovo ordine mondiale ispirato ai principi di sussidiarietà, solidarietà e poliarchia. Nella Caritas in veritate fa il suo ingresso nel lessico del Magistero sociale pontificio il termine “poliarchico”. Il fatto che tale concetto sia entrato in una enciclica sociale e sia stato investito dell’alto rango di  principio,  credo  che  meriti  attenzione  sia  per  la  novità  in  sé,  sia  per  la  funzione  cruciale  che  l’enciclica  gli  assegna  e  le  inevitabili possibili ricadute in termini di policy globali. 

Il termine in questione è collocato all’inizio della IV parte dell’enciclica, nel paragrafo 57, lì dove si avanzano alcune istanze piuttosto concrete e, tra queste, quella di una riforma della governance globale sia in ambito politico sia in ambito economico: il sistema di poteri che può aiutare a cogliere l’opportunità costituita dalla globalizzazione, afferma Benedetto XVI, deve essere strutturato in modo sussidiario e poliarchico, «per non dar vita a un pericoloso potere universale di tipo monocratico». Quanto di più distante dall’idea di un’autorità politica a competenza universale che facilmente si converte in Leviatano globale.  

Purtroppo,  non  sono  mancate  interpretazioni  del  documento che sono andate proprio in questa direzione, soprattutto a causa della  traduzione  della  versione  italiana;  lì  dove  nel  testo  latino  appariva la locuzione moderamen globalizationis la versione italiana ha adottato la formula “governo della globalizzazione”, a differenza delle versioni inglese e  francese  che,  più  correttamente,  hanno  tradotto  con  “governance  della globalizzazione”,  distinguendo  la  nozione  di  governo  (gubernaculum)  da  quella di governance (moderamen).

L’insegnamento che possiamo trarre dalla ricca analisi di Papa Benedetto ci dice che le istituzioni economiche e politiche, sempre in competizione tra loro, irriducibili ad alcuna autorità monocratica, al pari di qualsiasi altra dimensione dell’agire umano, non operano mai in uno vuoto morale o in un mondo virtuale, ma all’interno di un concreto contesto culturale, le cui matrici possono essere riconosciute e apprezzate ovvero trascurate e disprezzate. Quando un sistema sociale nega il valore della persona umana, a partire dal diritto a nascere e a vivere partecipando alla dimensione economica e politica, si rivela disumano, e merita di essere criticato: 

non può “avere solide basi una società che […] si contraddice radicalmente  accettando  e  tollerando  le  più  diverse  forme  di  disistima  e  violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata”. 

In questa prospettiva, una economia di mercato regolata affinché non favorisca o assecondi pretese monopolistiche e un sistema democratico che promuova il pluralismo dell’offerta politica e impedisca la cristallizzazione del potere mediante la riscossione di rendite di posizione, sono sempre limitati da un ordine giuridico che li regola e da istituzioni morali che interagiscono con essi e li influenzano, essendone esse stesse influenzate.

 

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