Joe Biden lancia un allarme che non possiamo ignorare. In una rara intervista concessa alla BBC, l’ex presidente degli Stati Uniti ha definito “una moderna forma di pacificazione” le pressioni esercitate dall’amministrazione Trump sull’Ucraina perché accetti di cedere territori alla Russia. Un parallelo storico chiaro: come nel 1938 a Monaco, si cede nella speranza che l’aggressore si fermi. Ma l’aggressore non si ferma. E, ammonisce Biden, “chiunque pensi che Putin si accontenterà è semplicemente uno sciocco”.
Nelle sue parole, pesanti come pietre, c’è una diagnosi netta: Putin considera l’Ucraina parte integrante della Russia e, se non viene fermato, continuerà. Per Biden, cedere porzioni di territorio in nome della pace significa illudersi che un dittatore possa mai essere soddisfatto con l’ingiustizia. “Non capisco – ha detto – come si possa pensare che, dando a un delinquente ciò che vuole, lo si plachi”.
Il riferimento all’atteggiamento di Donald Trump è evidente. L’incontro di febbraio tra l’ex presidente americano e Volodymyr Zelensky è stato, secondo Biden, “al di sotto degli standard americani”. Non solo per la forma, ma per il contenuto: Trump non garantisce solidarietà alla resistenza ucraina, ma considera lo scambio territoriale una via accettabile. È una deriva pericolosa, che potrebbe spaccare l’Occidente.
Biden ha anche espresso forte preoccupazione per il deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti ed Europa sotto la guida di Trump. “Se Trump vincesse di nuovo – ha detto – sarebbe un evento capace di cambiare la storia moderna del mondo”. Una dichiarazione che suona come un appello: l’Europa non può aspettare passivamente il corso degli eventi americani. Deve scegliere da che parte stare.