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venerdì, 10 Ottobre, 2025
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Bisogno di protagonismo e galateo della piazza

Tra eccessi e illusioni: servirebbe un “galateo” civile delle manifestazioni, per restituire dignità alla protesta e misura alla politica, in un Paese che confonde consenso e spettacolo.

Il rispetto dovuto

Non suoni troppo paradossale: ci vorrebbe una sorta di galateo della piazza. Servirebbe cioè che gli avversari della piazza avessero più rispetto per quanti scelgono di manifestare. E altrettanto servirebbe che quanti invece si riconoscono in quelle piazze e in quelle bandiere fossero capaci di contrastare con più nettezza tutto quello che in quelle manifestazioni suona eccessivo e sbagliato, provocatorio.

La funzione dei cortei

Servirebbe agli uni e anche agli altri — e al Paese e alla sua politica più ancora. Chi non ama i cortei che paralizzano le città farebbe bene a ricordare che quei cortei sono anche una valvola di sfogo dei malumori che si accumulano al fondo del Paese. Giuste o sbagliate che siano (questione di punti di vista, ovviamente), quelle mobilitazioni evocano un bisogno di protagonismo politico che giova anche a chi governa. E che i governi, appunto, dovrebbero evitare di demonizzare come si usa fare.

Le illusioni contrapposte

D’altro canto le opposizioni farebbero bene a loro volta a non gloriarsi troppo di parole d’ordine che manifestamente hanno preso forma altrove e che non sembrano voler pagare nessun tributo, ma proprio nessuno, agli stati maggiori del campo largo. Così, la Meloni si fa qualche illusione sul sentimento di legge e ordine che varrebbe a condannare quanti scendono in piazza. E i suoi oppositori a loro volta si fanno qualche illusione anch’essi sul trascinamento che quei cortei produrranno nelle urne. Due letture troppo facili delle cronache di questi giorni, da cui forse nessuno trarrà un gran beneficio.

Fonte – La Voce del Popolo, 9 ottobre 2025

[Articolo qui riroposto per gentile concessione dell’autore e del direttore del settimanale della diocesi di Brescia]